(…) Ci sono metodi oggettivi per assegnare un valore d’impresa a una società di calcio, per quanto abbia una sua specificità rispetto alle aziende tradizionali. Qui non parliamo del corrispettivo di una compravendita, che dipende da domanda e offerta, ma del cosiddetto enterprise value, somma degli apporti dei soci nel capitale e dei debiti al netto delle liquidità.
Ecco, per arrivarci Kpmg utilizza il modello dei multipli del fatturato, correggendo il moltiplicatore con un algoritmo costruito ad hoc che pesa in maniera più fedele le caratteristiche del club, attraverso cinque parametri: profittabilità (rapporto stipendi-fatturato), popolarità (seguito sui social media), potenziale sportivo (valore della rosa), gestione diritti tv ed eventuali stadi di proprietà. Da tempo ormai la Juventus viaggia a una velocità tutta sua: il suo valore d’impresa, aumentato del 57% tra il 2016 e il 2019, è superiore a quello delle milanesi messe assieme. L’ultimo report di Kpmg, basato sui dati economico-finanziari del 2017-18 e sulle altre voci (social e rosa) all’1 gennaio 2019, ha recepito solo i primi effetti dell’operazione Ronaldo.
«Oltre all’indiscutibile potenziale sportivo e commerciale del portoghese, resta da vedere come tale acquisizione avrà un impatto sulla sostenibilità del club e sulla valutazione aziendale nelle prossime stagioni», scrivono gli analisti. Quanto all’Inter, la crescita è dipesa dal boom commerciale e dalla gestione più equilibrata: quando i cinesi sono arrivati il club valeva 429 milioni, ora è salito a 692. Parabola differente per il Milan che presenta la performance peggiore a livello europeo in termini di redditività (-57% il ritorno sulle vendite). Rossoneri diciannovesimi a quota 555 milioni, dietro il Napoli a 569 e davanti alla Roma a 516. Nella classifica delle 32 c’è pure la Lazio, 28a a 297. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport