Se a Trigoria hanno accolto la notizia della mancata di convocazione di Ruediger, Strootman, Nainggolan e El Shaarawy con un sorriso nemmeno troppo celato, lo stesso non si può dire dei diretti interessati. È probabilmente un record negativo, ma per una volta poco importa. Sono infatti appena 6 i calciatori che hanno dovuto rispondere alla chiamata delle nazionali: De Rossi (impegnato nella gara di qualificazione per i mondiali del 2018 contro il Liechtenstein e nell’amichevole contro la Germania), Szczesny (che giocherà Romania-Polonia e l’amichevole contro la Slovenia), Dzeko (Grecia-Bosnia), Salah (Egitto-Ghana), Iturbe (per lui due gare di qualificazione mondiale con il Paraguay contro Perù e Bolivia) e Alisson (Brasile-Argentina e Perù-Brasile, valide per le qualificazioni mondiali). Se gli infortuni hanno escluso Florenzi e Vermaelen, lo stesso non si può dire per Ruediger, Strootman, El Shaarawy e Nainggolan, considerati dai rispettivi ct non al top della forma. Da oggi i quattro torneranno a lavorare a Trigoria per ritrovare la migliore condizione, senza lunghi viaggi e sforzi supplementari.
UMORI DIVERSI – C’è chi la presa bene (leggi Ruediger, consapevole che dopo 4 mesi di stop già disputare quattro gare di fila ha rappresentato un mini-azzardo, figuriamoci rispondere alla convocazione della Germania); chi, pur dispiaciuto, sa di non vivere un gran momento di forma (Strootman) e altri, come Nainggolan e El Shaarawy, che l’hanno presa male. Il nazionale italiano può ben poco: vive l’ostracismo di Ventura tra il sorpreso e il dispiaciuto. Di diverso tenore la reazione di Radja: «La mia è un’esclusione strana e dolorosa, sono in forma e sto giocando bene», ha commentato il belga nei giorni scorsi, provocando la replica del ct Martinez che ha provato, invano, a rassicurarlo.
L’esclusione del centrocampista in Belgio è diventata un caso. Alcuni media pensano che il calciatore paghi l’impiego contro la Primavera giallorossa nell’ultima sosta, quando invece aveva declinato la convocazione perché infortunato. Altri, anche nella giornata di ieri, dopo le parole dell’ex nazionale Degryse («Martinez non sta dicendo la verità, Nainggolan sta bene») reiterano l’ipotesi che a complicare il rapporto tra il calciatore e il ct sarebbe stata una discussione avvenuta a settembre perché Nainggolan avrebbe visitato Anversa tre giorni prima della gara contro Cipro. La sensazione, come accaduto già con Wilmots, è che il rapporto tra i due sia ancora da costruire e che Radja stia pagando la fama da bad boy che si porta dietro.
PIANO DI RILANCIO – Ora i quattro ‘esclusi’ sono a Trigoria, dove potranno sfruttare la sosta per ritrovare, chi più, chi meno, la forma. Se il duo Nainggolan-El Shaarawy ha già fornito segnali incoraggianti nelle ultime 2-3 partite e Ruediger ogni giorno che passa migliora, la flessione di Strootman è evidente ma preventivata. Sino a metà ottobre, Kevin era lanciatissimo avendo superato in un mese e mezzo di attività la soglia dei 1000 minuti giocati. Praticamente cento minuti in più della metà di quanto aveva fatto nella sua prima stagione con la Roma. Negli ultimi 30 giorni, invece, complice un problema di lombalgia, ha frenato. Delle 6 gare in calendario, ne ha saltate la metà disputando 180 minuti in campionato e 90 in Europa League. A Trigoria però non sono preoccupati: dopo due anni di stop, il calo fisico è più che normale. Da oggi si torna a fare sul serio. Dieci giorni per tornare al top e far bene con/- per la Roma. Le nazionali, per una volta, possono attendere.