Mentre tanti giocatori, prima della Nazionale, sono volati con mogli e fidanzate per una breve vacanza, Stephan El Shaarawy è rimasto a Roma e si è divertito, (lui più di loro, senza dubbio), a giocare a calcio con dei bambini speciali.
Bellissime le immagini dell’attaccante che insegna ai piccoli con disabilità a fare colpi di tacco e stop, dolcissimi i sorrisi quando mostra loro come si esulta. Ieri, invece, si è dedicato a se stesso (con tanto di incontro con Nainggolan dal parrucchiere) e ne ha approfittato per ripercorrere, a Roma Tv, la stagione sua e dei compagni (…)
«Credo di essere maturato molto da quando sono arrivato: tre anni in crescendo, dove ho acquisito maturità a livello calcistico e mentale. Questo ha fatto la differenza. Ho trovato la continuità che mi è sempre mancata e credo che sia stata un’annata positiva per me».
I numeri gli danno ragione, visti gli undici gol in campionato, come mai ne aveva segnati negli ultimi sei anni. Adesso però dovrà confermarsi e, soprattutto, provare a diventare leader di una squadra orfana, dopo 26 anni, di Totti e De Rossi contemporaneamente: «Daniele è un vero capitano, un leader, che ha sempre dato anima e corpo per questa maglia. Anche nelle ultime settimane si è sempre allenato a mille. Un grande esempio per tutti, un esempio di romanismo e mancherà a tutti».
Ecco perché adesso, a rinnovo firmato, toccherà, ancora di più a lui, caricarsi la Roma sulle spalle. Juventus permettendo, naturalmente.
FONTE: La Gazzetta dello Sport