Il caso De Rossi è lontano dalla fine. Il presidente Pallotta, in una fluviale lettera aperta ai tifosi della Roma, tra molte cose ha tutto sommato ammesso che la mail dei parenti-serpenti a Trigoria non era una bugia ma conteneva anche una parte di verità. Il diretto interessato, invece, ha dato mandato ai suoi legali di querelare Repubblica e i giornalisti che hanno redatto l’articolo (…)
La parte relativa a De Rossi, però, è solo una parte di tutto quello che sta succedendo a Roma. Ed è di questo che si occupa Pallotta nel suo memoriale. Il passaggio più debole è quello in cui trasforma Monchi in un mostro, l’unico colpevole. Il tono è drastico: «L’ultima stagione è stata un completo disastro». L’analisi è feroce: «Il problema non sono state le cessioni, ma gli acquisti. Monchi mi ha chiesto il 100% del controllo e della fiducia, ma forse non avrei dovuto lasciargli tutta questa autonomia. La squadra non si adattava bene al gioco di Di Francesco». Monchi, che aveva in mano Ziyech ma poi ha dirottato sul «qatariota» Pastore, non ha replicato: «Non voglio rispondere a Jim. È meglio per tutti se andiamo avanti». Però ha pubblicato sui social una foto con tutti i trofei vinti dal suo Siviglia. (…)
Il passaggio più stuzzicante è quello sul Milan: «Alcuni club non hanno preso sul serio il financial fair play come abbiamo fatto noi. L’ho segnalato con il Milan, un paio di anni fa, e ora sono sotto la lente di ingrandimento. Non sono l’unico club sotto inchiesta che probabilmente sarà punito». Un monito all’Uefa per non fare figli e figliastri.
FONTE: Il Corriere della Sera