«Non voglio neppure saperlo. Resto. E basta». Perché Antonio Conte era tornato a bussare, mica no. Il rientro in campo dell’altro Antonio, Rüdiger, ha lasciato una traccia sensibile alla Roma e pure a Londra. È storia recentissima: il Chelsea si è rifatto vivo un’altra volta, dopo il corteggiamento della scorsa estate, sondando nuovamente il terreno. La risposta del tedesco l’abbiamo già scritta: a gennaio non si muove, a giugno prossimo è tutta un’altra storia, ma questo vale per qualsiasi giocatore di Trigoria. Non si muove perché lui stesso sa che ha bisogno di godersi un’altra stagione con Luciano Spalletti. E perché la Roma non può permettersi, anche a fronte di offerte economiche vantaggiose, di perdere in corso d’opera un difensore così. E soprattutto perderlo adesso che la squadra ha trovato un indirizzo da seguire, con le positive conseguenze del caso.
SVOLTA – «Come colmare il gap con la Juventus? Innanzitutto dobbiamo imparare a subire meno gol, come fanno loro». Parola di Luciano Spalletti, l’ultimo stimolo dell’allenatore ai suoi calciatori. Sedute approfondite, concetti base riportati in superficie e soprattutto una svolta tattica praticamente definita: dopo la sconfitta con il Torino Spalletti ha abbandonato l’idea di giocare con due terzini di spinta in una difesa a quattro (col Sassuolo l’unica eccezione), sposando l’idea di un reparto «a tre e mezzo», cioè con un solo laterale «offensivo» e l’altro di posizione, un centrale adattato in fascia. Risultato: quattro gol subiti in sei partite. E un reparto che da…indifendibile è diventato il quarto del campionato con 12 reti subite, dietro solo a Juventus (9), Genoa e Fiorentina (11).
CON ANTONIO – E poi c’è il fattore Rüdiger, l’uomo che per caratteristiche pare costruito apposta per una difesa a tre e mezzo. I tabellini sono lì a confermarlo, è storia delle ultime due partite: con il tedesco titolare, in campionato, zero gol incassati. Non era mai successo in questo campionato, per 180’ consecutivi. Definirlo un caso sarebbe banale. È il sintomo di una crescita di gruppo impreziosita dal rientro di un singolo, la miscela perfetta. In fondo è la strada indicata da Spalletti per colmare il gap con la Juventus. Ragionamento semplice, poi: i numeri offensivi della Roma non hanno eguali, se migliorano quelli difensivi il romanzo comincia davvero ad essere di successo. Con sentiti ringraziamenti da parte di Szczesny: anche lui, come qualcuno dall’altra parte dell’Atlantico, è favorevole alla costruzione di un muro.