La fumata bianca ancora non c’è, ma il gradimento, almeno quello, sì. Fonseca, raggiunto a Madrid dal ceo Fienga e dal ds Petrachi, prende per buona l’offerta della Roma: triennale da 2,5 milioni (più bonus) a stagione. E dà la sua disponibilità a mettere per iscritto il suo impegno che per ora ha potuto garantire a parole.
Lo Shakhtar Donetsk lo deve liberare: l’allenatore, sotto contratto fino al 30 giugno del 2020, ha avuto solo il permesso dal club ucraino di andare ad ascoltare la proposta giallorossa. Il presidente Achmetov ha fatto questa concessione a Paulo che ha ricambiato avvisandolo dell’appuntamento di martedì.
Massima correttezza e alla luce del sole, a fronte del patto stretto in precedenza nel caso in cui il portoghese fosse stato tentato da un’altra società. Adesso tocca, però, proprio a loro studiare l’exit strategy per regalare alla proprietà Usa l’8° tecnico (in 9 stagioni).
OLTRE LA PROMESSA «Se Paulo ricevesse l’offerta di un grande club, sarei pronto a lasciarlo andare: l’interesse delle big d’Europa è un riconoscimento per lui e anche per lo Shakhtar, vuol dire che abbiamo lavorato bene». Il cinquantaduenne oligarca Akhmetov, magnate e imprenditore che è da anni l’uomo più ricco del suo paese (tra i primi 100 del pianeta), sembra disposto a favorire il trasferimento di Fonseca nella Capitale.
Ma solo a parole. Perché nei fatti la Roma dovrebbe comunque spendere per avere l’allenatore, pagando quanto richiesto dal magnate ucraino. La società giallorossa fa sapere che non esiste alcuna clausola per liberare il portoghese. Che, come ha spiegato bene il manager Abreu a Madrid, ha però accettato in partenza di accontentare lo Shakhtar se avesse chiesto di andar via in anticipo. E di rispettare l’accordo di 3 anni fa: versare al club di Donetsk il totale del compenso che avrebbe ricevuto restando in Ucraina fino alla scadenza del contratto.
ANDATA E RITORNO La cifra sarebbe relativa, quindi, all’ultimo anno di stipendio: circa 3 milioni. Clausola o no, Akhmetov non rinuncia a quanto messo nero su bianco. Fienga e Petrachi hanno preso atto del nuovo ostacolo, ma al tempo stesso sono stati chiari con Fonseca. «Se vuoi venire alla Roma, sei tu a dover convincere il presidente dello Shakhtar».
Hanno chiesto una mano all’allenatore per uscire dal tunnel. E in più gli hanno messo fretta, suggerendogli di muoversi subito per avere la risposta entro il weekend. Il portoghese si prepara a lasciare Lisbona per volare a Donetsk e convincere Akhmetov, magari rinunciando anche lui a qualche bonus maturato. Nella sede di via Tolstoj all’Eur c’è ottimismo. Nessun piano b. La possibile alternativa è Gattuso che avrebbe però dato la priorità alla nuova Fiorentina di Commisso. De Zerbi è out: «Resto al Sassuolo».
NESSUN MISTERO A Fonseca, nel summit di Madrid, è stato spiegato il piano di rafforzamento per la nuova stagione, comprese le cessioni più o meno annunciate: entro il 30 giugno, e per rispettare il Financial Fair Play, dovrebbero partire Dzeko, Manolas e Schick. Tentativo per l’attaccante Ferreira Carrasco. Smentita dell’Inter sullo scambio Icardi-Dzeko.
La Roma e Massara hanno ufficializzato di aver risolto consensualmente il proprio rapporto di lavoro. Esce il ds che ha sostituito Monchi, ma resta in sospeso il vero erede dello spagnolo: Cairo si è messo di traverso e Petrachi è costretto ad attendere. Ma lavora lo stesso e ormai non più di nascosto.
FONTE: Il Messaggero – U. Trani