L’ottavo allenatore della Roma americana sarà Paulo Fonseca, nato in Mozambico, ex colonia del Portogallo, paese in cui si è poi trasferito ed ha disputato la sua discreta carriera da difensore centrale. Il tecnico quarantaseienne ha iniziato ad allenare nel 2005, facendo la gavetta nelle giovanili dell’Estrela Amadora, sua ultima squadra da calciatore. Il salto di qualità è arrivato nella stagione 2012/13 nella quale raggiunse i preliminari di Champions alla guida del modesto Paços de Ferreira, meritandosi la chiamata del Porto, che ha poi deciso di esonerarlo a campionato in corso.
Il riscatto di Fonseca è arrivato con il Braga (trionfo nella coppa nazionale), ma soprattutto in Ucraina: sulla panchina dello Shakhtar Donetsk ha riempito la bacheca con ben sette titoli, riuscendo a vincere sempre l’accoppiata campionato-coppa. Grazie a tali risultati si è meritato il salto di qualità e la chiamata della Roma, con la quale dovrebbe riproporre il suo 4-2-3-1, fatto di un calcio meno verticale rispetto a quanto visto negli ultimi anni nella Capitale, basato sulla ricerca del possesso palla: “Io non voglio soltanto vincere, ma anche giocare bene. Non mi basta – ha detto qualche giorno fa – riuscire a portare a casa il risultato. Il mio sogno è la Champions League”.
Il portoghese, uno che non si fa problemi a lanciare i giovani talenti (ma non dovrebbe portarsi nessuno dallo Shakhtar), ama far partire la manovra dal basso e predilige due esterni molto tecnici sulla trequarti offensiva, in un modulo che in fase di pressing diventa un 4-4-2 più chiuso, con la linea difensiva che va a posizionarsi quasi a centrocampo. La curiosità per Fonseca è tanta e negli ultimi giorni i video dei suoi discorsi motivazionali hanno galvanizzato molti tifosi. L’auspicio è che possa ripetere quanto fatto in Ucraina.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora