Subito un falso mito da sfatare: non lo ha scelto Franco Baldini. Parliamo di Paulo Fonseca, da ieri ufficialmente nuovo allenatore della Roma, l’ottavo in altrettanti anni di gestione americana, il sedicesimo a sedersi sulla panchina giallorossa dall’addio di Capello se si contano due volte Spalletti e Ranieri. II portoghese ha firmato un contratto di due stagioni con opzione per una terza, guadagnerà lievemente più rispetto a Di Francesco (siamo ben oltre i 2 milioni netti includendo i bonus) e si è liberato dallo Shakhtar Donetsk rinunciando a una parte del suo stipendio. La Roma ha fatto il resto accordandosi per giocare un’amichevole con gli ucraini da qui all’anno prossimo e pagherà cash solo la metà della clausola rescissoria da 3 milioni.
Non lo ha scelto Baldini e allora chi? Verrebbe da rispondere la Roma, visto che il nome del 46enne portoghese è stato fatto per primo da Monchi nella lista di possibili successori di Spalletti, poi è stato Massara a cercare le prime informazioni concrete, quindi Fienga e Petrachi a chiudere la trattativa dopo aver ricevuto i “no” di Conte e Gasperini, aver sedotto e abbandonato Mihajlovic per motivi ambientali e riflettuto su De Zerbi. Baldini avrebbe preso probabilmente un italiano, voleva Sarri e non si sarebbe opposto allo stesso De Zerbi, di sicuro Fonseca non è un suo candidato ma questo non significa che si sia messo di traverso.
Semplicemente che la sua parola conta molto per Pallotta, però non è decisiva vedi i casi precedenti di Paulo Sousa e Campos. Ci sarà anche il toscano, comunque, ad accogliere Fonseca oggi a Londra, dopo la cena di ieri col presidente e gli altri dirigenti Fienga e Calvo invitati al meeting per un punto su tutta l’area ricavi. Se riuscirà a liberarsi dagli impegni sullo stadio oggi si unirà alla comitiva anche Baldissoni (difficile), mentre Totti ha preferito restare fuori dalla riunione, evitando così l’incrocio con Baldini.
Un dualismo antipatico che prima o poi andrà risolto, l’ex capitano intanto aspetta la carica da direttore tecnico che Fienga gli ha promesso. Fonseca è passato ieri per Milano, ha alloggiato all’hotel Westin Palace e oggi si imbarcherà verso la capitale inglese per conoscere Pallotta e iniziare a ragionare insieme alla società su come rivoluzionare la Roma. Salvo cambio di programmi si presenterà a Trigoria direttamente a fine mese a ridosso dell’inizio del ritiro.
Intanto l’annuncio del suo arrivo è stato diffuso sui canali ufficiali del club. “E’ un allenatore giovane e ambizioso – spiega Pallotta – con esperienza internazionale, mentalità vincente ed è conosciuto per la sua idea di calcio offensiva che potrà entusiasmare i nostri tifosi. Dalla prima volta che ci ho parlato ha subito espresso il suo desiderio di venire alla Roma”. “Sono entusiasta e motivato dalla sfida che ci aspetta – le parole dell’allenatore – insieme potremo creare qualcosa di speciale”.
La Roma ha ripescato anche alcune sue vecchie frasi per presentarlo, eccone un paio che descrivono il “suo” calcio: “Mi piace vincere giocando un bel calcio. Sarri e Guardiola sono gli allenatori che ammiro di più, voglio che i giocatori abbiano il coraggio di prendere l’iniziativa, mettere in pratica una tattica offensiva e avere sempre il possesso palla”. Nell’avventura a Trigoria lo seguiranno certamente quattro collaboratori: il vice Nuno Campos, il tattico Thiago Leal, i preparatori atletici Pedro Moreira e Nuno Romano, mentre la Roma confermerà Marco Savorani come allenatore dei portieri.
In dubbio il possibile innesto nello staff dell’ucraino Max Nagorski, assistente-traduttore di Fonseca a Donetsk the deve avviare le pratiche per il visto. I tifosi aspettano con mix di diffidenza e curiosità, intanto rinnovano gli abbonamenti: vendute a ieri 5.300 tessere, tante quante lo scorso anno nello stesso periodo.
FONTE: Il Tempo – A. Austini