In via Rosellini è arrivata la proposta ufficiale di Mediapro per costituire una partnership con un solo obiettivo, tra l’altro mai nascosto: il canale tematico della Lega. Oggi pomeriggio, nell’assemblea in programma dalle 14, i club dovrebbero essere pronti a votare questa proposta (il condizionare, si sa, è d’obbligo), nonostante le perplessità mostrate da Juventus e Inter nei giorni scorsi. Sarebbe una vera e propria rivoluzione per l’intero sistema calcio.
La Lega, con questo nuovo modello, distribuirebbe il prodotto con l’aiuto di un partner tecnico commerciale, Mediapro appunto. Chi è favorevole a questa soluzione pone l’accento sulla crescita sensibile avuta in Spagna e in Francia, nella Liga e nella Ligue1. Inoltre, con l’avvento della fibra e del 5G tutti i produttori di contenuti si stanno organizzando con canali propri verticali per distribuire il prodotto (un esempio sono Disney, Amazon Prime, Netflix). In questo modo anche la Lega di serie A diventerebbe un generatore di contenuti.
LA PROPOSTA – Nella sua offerta, fatta arrivare alla Lega e che appunto dovrebbe essere votata oggi (nel caso si discuterà su qualcosa di più concreto), Mediapro riconosce un minimo garantito di un miliardo e 150 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i diritti d’autore (55 milioni): un bel balzo in avanti dal punto di vista degli introiti. Ora la nostra serie A è ferma a circa 973 milioni di euro (più bonus): con il colosso multimediale spagnolo-cinese ci sarebbe un incremento di 200 milioni di euro a stagione.
Soldi che, ovviamente, fanno gola non solo a tutti i presidenti, ma anche al sistema sport in generale: il 10% dei proventi, infatti, viene per mutualità ridistribuito alle leghe minori e agli altri sport. Con l’avvento del canale – e questo è un altro vantaggio – la trasformazione digitale avrebbe una spinta maggiore. Infine, Mediapro con questa offerta apre al dialogo con gli altri broadcaster, soprattutto con Sky, che potrà diventare il partner principale di questo progetto ambizioso. Anche se da Santa Giulia aspettano di conoscere il piano nei dettagli.
FONTE: Il Messaggero – E. Bernardini / S. Riggio