(…) La prima in giallorosso di Paulo Fonseca alla fine è scivolata via bene. Anche se difficilmente poteva andare diversamente, vista anche la differenza di valori con l’avversario (il Tor Sapienza, appena promosso in serie D). (…)
La Roma ha giocato sempre con la difesa alta, all’altezza del centrocampo, con il portiere (prima Pau Lopez, poi Olsen) quasi a fare il libero, a 20-25 metri dalla sua porta. Questo per accorciare gli spazi e favorire la riconquista del pallone tramite il pressing. Alti anche gli esterni di difesa (prima Karsdorp e Spinazzola, poi Bouah e Kolarov), che accompagnano la manovra e che in fascia trovano spazio per andare perché gli esterni alti finiscono spesso e volentieri con il giocare dentro il campo.
Così si viene a formare quasi una linea a 5 dinamica (gli esterni di difesa e i tre trequartisti), che favorisce il palleggio e gli scambi, con la punta centrale che a volte libera anche lo spazio per un eventuale inserimento. Insomma, i concetti basilari sono due: ricerca della verticalità per vie centrali e dell’ampiezza per vie esterne. Giocando sempre a due tocchi.
La novità principale è stata vedere Pastore tra i due mediani, a creare gioco al fianco di Nzonzi. E l’argentino è sembrato a suo agio con il ruolo, anche se poi servono test più probanti per valutare l’esperimento. Lui e Perotti, però, sono sembrati i migliori del primo tempo. Bene anche Karsdorp in fascia, così come nella ripresa si sono distinti il giovane Antonucci e un Florenzi riportato a giocare come esterno alto, tra l’altro a sinistra. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport