A gennaio solo qualche chiacchierata e niente più. E’ lo stesso Gianluca Mancini a chiarire come e quando è maturato il suo trasferimento in giallorosso. Una società che vede come premio per l’impegno profuso e i tanti sacrifici fatti finora. “Non era mia intenzione lasciare i compagni dell’Atalanta a metà campionato, non mi sembrava corretto”. Ma a fine stagione non ci ha pensato un attimo e dopo aver trovato l’accordo con la Roma ha fatto i bagagli in fretta per buttarsi in questa nuova avventura.
“A Bergamo ho passato due anni bellissimi, ma non ho avuto il minimo dubbio di venire in giallorosso. Ho sentito Gasperini, ci siamo scambiati un in bocca al lupo, con lui entravamo in campo come un blocco unico. Per me è stato un maestro”. A Trigoria trova ad allenarlo Fonseca, un tecnico tutto pressing e squadra offensiva. “Con il mister mi sono trovato bene fin dal primo allenamento. Mi piace la sua mentalità di giocare con la linea alta, in Italia siamo abituati a scappare indietro, lui vuole altro”.
Tra i compagni di reparto ha già deciso chi studiare con particolare attenzione. “Sono tutti fortissimi, ma se devo fare un nome dico Kolarov. Mi faceva impressione in partita, ora che mi alleno con lui me ne fa ancora di più”.
Il ragazzo ha solo 23 anni, ma dimostra testa e anche umiltà quando gli viene chiesto se si sente maturo. “No – sorride – sono agli inizi ed ho ancora molta strada da fare. Ad esempio devo migliorare nella rapidità e nelle marcature, soprattutto quelle a zona visto che sono abituato a marcare a uomo”. A fianco del difensore, De Sanctis, al quale Petrachi ha lasciato il compito della presentazione. “Gianluca è giovane e nel giro della Nazionale, le caratteristiche principali che cercavamo. Siamo convinti possa migliorare ancora molto, per questo abbiamo puntato su di lui”.
FONTE: Il Tempo – M. Vitelli