Quasi tre ore di confronto serrato sul progetto del nuovo stadio della Roma, che dovrà sorgere a Tor di Valle. È quello andato in scena ieri pomeriggio in Campidoglio: da una parte i proponenti (Roma ed Eurnova), capitanati da David Ginsberg, il responsabile del progetto, dall’a.d. giallorosso Umberto Gandini e dal d.g. Mauro Baldissoni; dall’altra il vice sindaco Daniele Frongia, e gli assessori all’Urbanistica e ai Trasporti, Paolo Berdini e Linda Meleo. Si è trattato di un confronto principalmente politico, in cui si è rimarcata la voglia di procedere fino in fondo nella realizzazione dello stadio, anche se non sono mancate le richieste di spiegazione da parte dei rappresentanti del Comune, soprattutto sulle obiezioni già mosse dai tecnici del Campidoglio, riguardanti la viabilità e i trasporti. «Abbiamo potuto finalmente presentare il progetto ad alcuni membri della giunta e del consiglio comunale – le parole del d.g. romanista Baldissoni – che non avevano avuto modo di studiarlo. Ci hanno fatto alcune domande, commenti e anche delle proprie osservazioni, che abbiamo ascoltato e che magari considereremo per il progetto. L’iter amministrativo prosegue, vedremo se ci sarà da fare qualche modifica».
Decisamente votate all’ottimismo anche le parole del vice sindaco Frongia. «Con i proponenti abbiamo un obiettivo comune: portare avanti il progetto stadio. Continueremo a lavorare insieme, sono previsti altri incontri nel rispetto dei tempi della Conferenza dei servizi». Ufficialmente non si è parlato di una riduzione delle cubature, ma al di là delle parole resta questo il tema centrale di una «trattativa» che male si concilia con l’iter che è già in atto all’interno della Conferenza dei servizi, come ha sottolineato Marco Palumbo, consigliere comunale del Pd. «Vorremmo avvertire il vicesindaco Frongia – le sue parole – che il progetto su cui la Conferenza sta lavorando è quello votato dal consiglio comunale due anni fa. Su questa delibera la Roma ha poi presentato il proprio progetto che, lo ricordiamo a Frongia, prevede che alla fine il consiglio comunale a maggioranza grillina voti una variante al Piano Regolatore da un milione di metri cubi. Se la Raggi e Frongia vogliono cambiare il progetto devono rifare la delibera di interesse pubblico e portarla di nuovo al voto del consiglio. A questo punto la Roma dovrà rifare un nuovo progetto e comincerà un nuovo iter. Non ci sono altre strade. I Cinque stelle la smettano di fare i furbetti e si prendano le loro responsabilità». In tutto ciò la riunione della giunta che dovrà votare la variante al piano regolatore non è stata ancora calendarizzata, né si hanno notizie di una variante differente rispetto a quella prevista.