Ieri è andato in scena il quarto incontro, nelle ultime settimane, tra il sindaco Esterino Montino e una delegazione della società giallorossa, capitanata dal vicepresidente Mauro Baldissoni. Il motivo è semplice: la Roma non vuole farsi trovare impreparata se il progetto Tor di Valle non dovesse superare gli ultimi scogli che ancora lo separano dall’inizio dei lavori e dalla realizzazione, dopo oltre cinque anni dalla presentazione del progetto in Campidoglio (marzo 2014, sindaco, all’epoca, era Ignazio Marino).
Scogli rilevanti e che al momento sono due: 1) il voto in aula per la nuova convenzione urbanistica, con la variante al piano regolatore; 2) la risposta da parte della Regione Lazio sulla contestualità tra l’apertura dello stadio e la realizzazione di tutte le opere pubbliche, condizione posta dal Campidoglio per concedere le autorizzazioni necessarie per iniziare i lavori. Sul primo punto stanno lavorando i tecnici, con la sindaca Virginia Raggi che appena due giorni fa ha ribadito la volontà politica di portare a termine il progetto.
Sul secondo bisogna attendere il parere della Regione, che ha presieduto la Conferenza dei Servizi che ha dato l’ok al progetto: se prevarrà l’interpretazione della Roma, secondo cui l’apertura dell’impianto può avvenire dopo la realizzazione dei lavori di sua stretta competenza (i parcheggi, il rifacimento della stazione di Tor di Valle e l’acquisto di tre convogli della Roma-Lido con investimenti per 45 milioni mentre 170 sono a carico della stessa Regione Lazio), si andrà avanti. Se invece dovesse prevalere la linea del Comune, si andrebbe probabilmente incontro ad uno stop definitivo, con la Roma, che finora ha già investito circa 80 milioni di euro, pronta ad una causa milionaria e a spostare il progetto a Fiumicino.
FONTE: Il Corriere della Sera