A un certo punto dei suoi anni, 33 che fanno tanto vita vissuta, barba e personaggi biblici, Daniele De Rossi ha deciso di smarcarsi e di giocare di prima, senza sovrastrutture e condizionamenti. Libero – anzi centrale, oggi si dice centrale – un giorno forse lo diventerà davvero, a sentire Luciano Spalletti. Ma libero De Rossi lo è gia per scelta propria, grazie a quel dribbling sul sottofondo fastidioso che accompagnava ogni sua partita, ogni sua mossa, ogni sua parola dentro quella terra di mezzo che è Roma. Per carità, qualche assist nella direzione sbagliata l’ha dato anche lui, l’ultimo con il rosso nel playoff Champions contro il Porto. C’è però una sostanziale differenza: De Rossi oggi guarda e passa, non si cura di loro. E quanta serenità, quanto plusvalore questo smarcamento abbia prodotto sulle prestazioni del centrocampista, è sotto gli occhi di tutti.
LA RISALITA – De Rossi è semplicemente tornato ad essere un giocatore centrale per la Roma e per l’Italia. In sette mesi ha rimesso insieme i cocci di un vaso che neppure si trovava più. Sette mesi fa Daniele era una riserva della Roma guidata da Seydou Keita e un centrocampista a forte rischio per l’Europeo. Conte stava pensando seriamente di non convocarlo. Poi, ecco Spalletti. Che da Bergamo in poi, Atalanta-Roma del 17 aprile scorso, fa giocare a De Rossi quattro delle ultime sei partite di campionato, cambiando il volante di una squadra che pure stava viaggiando ad altissima velocità. Assist raccolto, Europeo e dunque ecco Conte, l’allenatore «che mi ha fatto tornare a credere di poter fare ancora il calciatore a ritmi bestiali», parola di centrocampista. Ora Giampiero Ventura raccoglie il risultato di un salto di qualità a 360 gradi: «È ritornato ad avere lucidità – ha spiegato il c.t. dopo la Germania –, ha l’entusiasmo di un ragazzino. Anche a Roma ha capito che, se vuole durare, deve lavorare. Ha ancora tanta strada da fare». Non fosse altro che per entrare nella top five degli azzurri più presenti di sempre: a marzo, tra Albania e Olanda, De Rossi può raggiungere quota 112 gare in Nazionale, agganciando Dino Zoff al quinto posto.
UN ALTRO ANNO – In quei giorni, se la strada non sarà improvvisamente interrotta da frane, De Rossi avrà già firmato il rinnovo con la Roma. Un’altra stagione ancora, un’altra almeno prima concedersi un’esperienza negli States: il piano di Daniele è chiaro e la società non ha nulla in contrario, al netto di un ingaggio che sarà ovviamente lontano dai parametri attuali (6,5 milioni). Nel cervello l’idea fissa di uno scudetto da vincere, prima o dopo. Obiettivo che passa anche dall’Atalanta, da Bergamo, il luogo del cambio di marcia, pure quello dell’unica esclusione per motivi disciplinari di De Rossi con la Roma, colpa di un ritardo nella riunione tecnica di Luis Enrique, febbraio 2012.
TOTTI STOP – Questa è un’altra Roma, che ritrova Daniele e vari pezzi post infortunio. Ma che potrebbe dover fare nuovamente a meno di Francesco Totti: il capitano avverte ancora fastidio al flessore sinistro, a cui si è aggiunto un dolore all’anca destra. Ieri ha lavorato a parte, lo stesso farà oggi mentre i compagni godranno di un giorno di riposo. Sensazione? Più facile rivederlo tra una settimana in Europa League. Con l’Atalanta dovrà sbrigarsela De Rossi.