Due colpi, tre esuberi. Un vice Dzeko (Kalinic) e un esterno offensivo (Vital?) in entrata; Schick. Gonalons e Santon in uscita, gruppetto di esuberi che ieri si è ridotto con la firma di Defrel per il Sassuolo e quella di Olsen al Cagliari (auguri). Mancano quattro giorni alla chiusura del mercato, c’è pure un derby di mezzo e Petrachi e i suoi discepoli, dopo aver messo a segno il colpo Smalling, hanno ancora bisogno di lavorare giorno e notte per completare le operazioni di mercato e mettere a disposizione di Fonseca una Roma più completa possibile. Partendo da una situazione, quella di Schick, che in questo momento rappresenta un macigno difficile da spostare per la definizione perlomeno per il reparto offensivo.
Il peso Schick Con Defrel al Sassuolo (tre milioni per il prestito, nove di riscatto, due di bonus di cui uno garantito), Petrachi deve ancora dare a Fonseca il vice Dzeko, visto che, dopo due anni, si è preso atto che l’investimento fatto per Schick non ha garantito nessun tipo di dividendi. Non è ormai più un mistero per nessuno che il prescelto per garantirsi un secondo centravanti, è il croato Kalinic. L’accordo per il trasferimento, è stato trovato da tempo con il croato e l’Atletico Madrid (prestito più un diritto di riscatto a dieci milioni). Per ufficializzarlo si aspetta solo che il ceco si trasferisca in Bundesliga.
Un sì che non è ancora arrivato. E ieri, da Madrid, Kalinic ha cominciato a mandare segnali di insofferenza, visto che gli è arrivata un’offerta dal Qatar che perlomeno dal punto di visto economico potrebbe fare felici anche le future generazioni del croato (con la Roma è d’accordo a due milioni netti per i prossimi dieci mesi). Non vogliamo dire che Kalinic abbia dato l’ultimatum, ma di certo ha chiesto una decisione in tempi brevi, altrimenti sarebbe costretto a cambiare aeroporto di atterraggio, non più Roma ma Emirati Arabi. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri