La data era cerchiata da tempo, sul calendario di Rafael Toloi. Venti novembre, Atalanta-Roma, il giorno del ritorno in campo dopo l’infortunio muscolare che l’ha tenuto fermo quasi un mese: il momento perfetto, giusto in tempo per affrontare il proprio passato. Il brasiliano incrocia la sua vecchia Roma per la seconda volta: la sua parentesi giallorossa durò solo sei mesi. Insieme con Zukanovic e D’Alessandro, Toloi è uno degli ex di domenica: il momento è buono per parlare di passato e futuro, della Roma e dell’Atalanta che si sta intrufolando nelle parti alte della classifica.
Ritrova la Roma: c’è voglia di rivincita? «No. Con la Roma il rapporto è buono: la mia esperienza è stata positiva».
Qualche traccia, da gennaio a giugno 2014,ma poi tornò in Brasile. «Ho disputato solo cinque partite, con buone prestazioni: presi il posto di Benatia quando era infortunato, giocavo con Castan. C’è stato poco tempo per lavorare, sapevo che era un’opportunità, ma quando poi, in estate, la Roma chiese di rinnovare il prestito, il San Paolo si rifiutò di farmi partire, perché non aveva più difensori. Così sono tornato in Brasile, con la consapevolezza di avere fatto cose buone».
Memorie romane? «Si dice che le pressioni dell’ambiente siano tante, ma io ricordo molta tranquillità. Sarà anche per il fatto che la squadra, ai tempi, vinceva sempre e chiuse il campionato dietro alla Juve: il peso, magari, si sente quando si perde».
Chi è Totti? «Un simbolo del calcio. E’ un vero capitano e una persona tranquilla: è stato bello giocare al suo fianco».
Oggi chi sono gli uomini da tenere d’occhio? «Dzeko, per esempio: non dovremo lasciargli spazi. Ma tutta la rosa della Roma ha grande qualità, i pericoli sono ovunque».
La Roma è l’anti-Juve? «La squadra è forte: può lottare per lo scudetto, la qualità non le manca. Domenica, però, l’Atalanta proverà a fermarla».
L’Atalanta sta andando forte. «Stiamo lavorando bene, l’ambiente è compatto, abbiamo sempre più fiducia. Quando vinci, tutto è una meraviglia».
Sei vittorie nelle ultime sette, dopo una partenza zoppicante: qual è stata la svolta? «Ci voleva una vittoria come quella contro il Napoli: battere certe squadre accresce la fiducia. Il gruppo ha le caratteristiche per esprimere il gioco del mister: ci voleva solo un po’ di tempo per capire i meccanismi».
Ora l’Atalanta sogna l’Europa? «Sognano i tifosi, ma anche noi giocatori e la società. Il primo obiettivo, però, rimane la salvezza: prima la otterremo, prima potremo pensare ad altro. Bisogna tenere i piedi per terra: l’anno scorso, partimmo bene ma poi andammo in difficoltà. Può essere una lezione».
Sono così forti i giovani dell’Atalanta? «Mi piacciono tutti, in questa squadra c’è il giusto equilibrio tra gioventù ed esperienza. Caldara ha grande sicurezza, Petagna fa gol, Gagliardini è arrivato in Nazionale. Poi ci sono Kessie, Grassi e gli altri».
Quanto cambia, per un difensore, giocare a tre o a quattro dietro? «Poco: non vedo una grande differenza. A tre, tra l’altro, avevo già giocato ai tempi del mio esordio in prima squadra, nel Goias. Gasperini è intelligente, propone un calcio particolare, vuole una squadra aggressiva, che non lascia spazi».
Smaltito l’infortunio? Domenica tornerà in campo? «Se il mister vorrà, sì. Sono al cento per cento, sto lavorando con il gruppo da una settimana, ho recuperato. E’ sempre dura stare fuori, specie quando la squadra vince: ma ora sono pronto e ho il morale alto, come tutta l’Atalanta».
Proverete il colpaccio? «Stiamo bene, abbiamo già battuto squadre importanti: la Roma è forte, ma se meriteremo potremo anche vincere».