Un colpo da ko. Praticamente un de profundis per il progetto dello stadio della Roma. Di fronte alla Commissione urbanistica, in un’aula del Consiglio regionale, l’assessore alla Pianificazione della giunta Raggi, Paolo Berdini, porta l’affondo: «La scelta di Tor di Valle è stata una follia, messa in conto all’amministrazione pubblica. Ci sono 220 milioni di opere che non servono, che vorrebbero che pagassimo con i metri cubi». Ed elenca: «Verranno costruite delle idrovore da 9,6 milioni in un terreno alluvionale, che il Comune dovrebbe gestire. Noi non siamo disposti. Poi vogliono fare un ponte vicino ad un altro che costa già 140 milioni. Invece no, via 48 milioni del ponte e 42 dello svincolo, dunque altri 90 milioni di euro. Poi togliamo anche il prolungamento della metro B che è deleterio, quindi 13 milioni per la nuova stazione di Tor di Valle quando stiamo ristrutturando la vecchia.
E i parcheggi giganteschi servono a loro e li dovremmo perfino manutenere». Insomma: «O la Roma rinuncia ai milioni di opere inutili oppure pensi a una area diversa. Lì si può tornare solo alle regole del piano regolatore, che prevede 63mila metri quadri in tutto, cioè lo stadio con una zona commerciale da 10mila con volumi pari a due Hilton e niente torri: se il progetto è questo io posso firmare adesso. Il vizio di pagare il debito pubblico con volumetrie, potete stare certi che con la nostra amministrazione finirà per sempre. Se non fermiamo questa macchina infernale porteremo Roma al fallimento».
L’affondo è così duro che l’assessore al Territorio della Regione non può che tirarne le fila: «Se le modifiche proposte da Berdini si tramuteranno in atti con una nuova variante, credo proprio che si bloccherà la Conferenza dei servizi, che non può che prendere in esame il progetto già presentato». Non è tutto. Arriva sullo stadio anche il parere critico della soprintendente ai Beni culturali, Margherita Eichberg: «Si riconoscono presenze archeologiche diffuse, assi viari di primaria importanza e pertinenze funerarie anche monumentali dall’età del bronzo alla tarda età imperiale. Si tratta di un sito meritevole di tutela su cui emerge la sagoma dell’ippodromo, un significativo esempio di architettura contemporanea». Mentre per il paesaggio le torri sarebbero troppo alte.
Naturalmente la polemica politica è alle stelle. Per il consigliere dem Giulio Pelonzi «sullo stadio della Roma i mal di pancia grillini sono ormai vere e proprie convulsioni. Siamo passati da un sì con riserve del vice-sindaco Frongia ad una completa avversità di Berdini». Per i consiglieri regionali di opposizione, De Lillo e Storace, invece, «ormai la Conferenza dei servizi è inutile e va bloccata». Ancora Civita: «Il secondo ponte e le strutture servono a 60mila tifosi. E la soprintendenza non può fermare il progetto». Ribatte Berdini: «Sono contro contro una parte di questo progetto». Il capogruppo M5S alla Pisana, Devid Porrello, lo appoggia: «Impianto sì, ma non a discapito del benessere collettivo». E la Roma? Accusa il colpo. Nella notte lunga, drammatica conference call con Boston con il patron James Pallotta.