(…) Già da qualche anno, in collaborazione con l’Istituto Scolastico Internazionale Giovanni Paolo II di Ostia il club ha avviato un’iniziativa, riconosciuta dal Ministero, di Liceo Scientifico con indirizzo sportivo. Da ieri, però, la Roma ha aggiunto un tassello in più. E non è un tassello da poco perché il liceo, riservato ai tesserati del club, avrà una sede distaccata all’interno del centro sportivo di Trigoria.
Un’iniziativa fortemente voluta dal presidente Pallotta, che richiama al sistema formativo dei college americani perché ai ragazzi che non vanno bene a scuola, o fanno assenze ingiustificate, poi viene impedito di giocare.
E loro, che hanno compreso benissimo lo spirito, a volte si autodenunciano quando sanno di non essere stati esattamente irreprensibili: «Segno che hanno capito il messaggio che vogliamo lanciare», sorride il vice presidente Baldissoni. E’ lui a presentare l’iniziativa sul prato adiacente all’Istituto, insieme al professor Ottavio Di Paolo, responsabile del progetto, e alla dottoressa Anna Carbonara, rappresentante del Ministero.
Con loro anche Massimo Tarantino, il responsabile del vivaio, e Bruno Conti, bandiera del club e responsabile delle Academy Italia.
La nuova sede nasce all’interno di un casale abbandonato, completamente rimesso a nuovo, con una palestra all’avanguardia e, presto, anche un campo da calcio. Le aule non sono enormi, ma modernissime, con lavagne elettroniche e colori che richiamano, ovviamente, alla Roma
C’è uno sportello di formazione universitaria e c’è, soprattutto, la possibilità di essere seguiti a 360 gradi. Nessun club di Serie A ha all’interno del proprio centro sportivo classi, palestre, campi, ristoranti e convitto, cioè tutto quello che serve ai ragazzi per la formazione sportiva e scolastica (…).
Lo scorso anno erano 64, tutti promossi, ma in passato c’è stato anche qualche alunno bocciato: «I numeri dicono che sono in diminuzione, anno dopo anno», spiega Baldissoni. «Questa iniziativa ha rappresentato fin dall’inizio per noi una grande responsabilità.
Chi ha a che fare con un settore giovanile sa che diventa complice del sogno di tanti ragazzi, pur essendo consapevoli che le statistiche spesso sono brutali perché sono molto pochi quelli che poi vivono di calcio. Noi vogliamo garantire che al termine di questo percorso ci possano essere le basi per mettere a frutto quello che è stato imparato, non solo nel calcio» (…).
FONTE: La Gazzetta dello Sport