Il consiglio federale della Figc cambia volto alla responsabilità oggettiva. Che non viene cancellata dal Codice di Giustizia Sportiva, ma è ridotta nella sua forza. Sono state infatti approvate le linee guida per l’adozione di modelli di gestione e controllo idonei a prevenire atti contrari ai principi di lealtà, correttezza e probità, compresi quelli di natura razzista. «La responsabilità non è più oggettiva, ma è una responsabilità soggettiva», ha spiegato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina al termine del Consiglio Federale di ieri.
Le linee guida approvate (controlli, codice etico monitoraggio, etc.) consentiranno ai club, una volta rispettati gli standard richiesti, di avere il riconoscimento di esimenti e attenuanti da parte della giustizia sportiva in casi di responsabilità oggettiva. Che, dunque, non saranno più ostaggio di ricatto da parte degli ultrà.
IL MODELLO – «Questa è una svolta epocale,», ha sottolinerato Gravina. «Le società con questo modello, sulla falsariga della 231 (la legge amministrativa per le imprese, ndr) possono impegnarsi a prevenire ogni violazione ai principi di lealtà, correttezza e probità. Le responsabilità ora sono dei singoli». Sui tempi di adozione delle linee guida, il numero della Figc, è esplicito: «Il tempo è oggi: se una società ha interesse prima lo adotta e meglio è».
Da chiarire, invece, in un prossimo incontro con il ministro dell’Interno Spadafora «dove arriva la competenza delle società e dove quella del responsabile dell’ordine pubblico». A margine del Consiglio, ha parlato anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito, andato sopra le righe. «Non sempre la vocazione buu corrisponde effettivamente a un atto discriminatorio o razzista. Ricordo quando ero piccolo, spesso persone non di colore, che avevano la pelle normale, bianca, gli facevano buu per scoraggiarlo a segnare il gol davanti al portiere. Andrebbe interpretato».
Tra le novità approvate da Consiglio Federale anche la modifica del contributo di solidarietà: il 3% dell’importo per la cessione definitiva di contratto di un calciatore sarà destinato al contributo di solidarietà alle società (italiane) per le quali il calciatore è stato tesserato dall’età di 12fino a 21 anni.
FONTE: Il Messaggero