Tre sedi per una storia lunga cinquant’anni, e chissà che qualcuno stasera, in piazza Testaccio, chiudendo gli occhi come per incanto non senta ancora l’incitamento ritmato dei più anziani che negli anni ‘30 battevano i piedi all’unisono sulle tribune in legno del primo stadio della Roma. «Cor core acceso da una passione/ undici atleti Roma chiamò». La canzone di Testaccio, colonna sonora dello storico 5-0 rifilato alla Juventus da Rodolfo Wolk, Fulvio Bernardini e Ferraris IV il 15 marzo del 1931, risuonerà intorno alla fontana delle Anfore dove centinaia di tifosi giallorossi si raduneranno alle 18 per festeggiare i 50 anni di attività del Roma Club Testaccio di via Ghiberti.
«Chi non viene è della Lazio», ammoniva ieri uno striscione, è solo un antipasto. Oggi decine di drappi giallorossi verranno srotolati dai palazzi. Sul palco le glorie del secondo e del terzo scudetto romanista. «È una festa meritata – dice Sebino Nela, campione d’Italia nell’83 – questa città non ha vinto molto ma, nonostante questo, è famosa nel mondo per la grandezza del suo pubblico».
Annuisce il vice presidente del Roma Club Testaccio, Manuel Mariani, «È la festa dei romanisti, sognatori come noi – afferma il tifoso – ci è bastato vincere una volta per dimostrare che avevamo vinto più di tutti”. Insieme a Nela, Giuseppe Giannini, Odoacre Chierico, Emilio Oddi, Paolo Faccini, Ciccio Graziani, Vincent Candela. Aldair, Roberto Pruzzo. arriveranno in piazza a bordo delle botticelle romane. Non mancheranno Claudio Amendola e Massimo Ghini.
«Sono attesi il vicepresidente Mauro Baldossoni il CEO Guido Fienga e alcuni calciatori», fanno sapere al Roma club Testaccio. In piazza anche una mostra composta da 10 maglie storiche, dal 1950 a oggi. «Quando mi hanno chiesto di intervenire non ci ho pensato due volte – assicura Candela – voglio ringraziare questa gente meravigliosa che con la propria passione ci ha fatto sentire importanti».
L’assessore allo Sport del Comune, Daniele Frongia, fa gli auguri ai tifosi; «La città è orgogliosa di questa realtà sportiva». L’attività del Roma club Testaccio inizia il 4 ottobre del 1989 in un magazzino in via Vespucci, dove Alvaro Baglieri, Claudio Rastellini, Filippo Leonardi, Riccardo Felloni, Aldo di Giovanni, Romeo Bonifazi e Sergio Rosi si incontravano per organizzare il sostegno alla squadra.
Due anni più tardi il club si trasferisce in via Giovanni Branca 32 «Sembrava una bisca – ripete Maurizio Rosi, 46enne figlio dell’ex presidente Sergio Rosi – c’era sempre una cappa densa di fumo, non ci si poteva stare». Aveva meno di 10 anni allora, Rosi. «Mi ricordo gli anni d’oro del club negli ’80 -racconta – in sede prendevamo in giro Ermes Borsetti, campione d’Italia con la Roma del ‘42, ricordando quando scappò dal ritiro detta Roma per partecipare ai campionati scopone scientifico».
Durante la festa per lo scudetto dell’83, «bruciammo la zebra in piazza», ricorda Rosi, che non dimentica le visite di Franco Sensi e Giannini nella vecchia sede, prima del trasloco nei locali dell’Ater in via Ghiberti, dove i tifosi stanno ultimando i preparativi per la festa. E uno dei tanti striscioni ammonisce: «Roma, Testaccio ti guarda».
FONTE: La Repubblica