Se fino a domenica il tema delle barriere dell’Olimpico poteva essere un dialogo aperto, oggi è argomento sepolto sotto una pesantissima pietra tombale. Con sopra incisa una data: 20 novembre 2016, il giorno della trasferta di Bergamo. L’esame di maturità che gli ultrà della Roma in trasferta non hanno voluto superare. Erano due anni che il viaggio veniva vietato ai sostenitori giallorossi, ma l’apertura di fiducia ha portato solo guai: 5 feriti tra steward e polizia per responsabilità dei tifosi giallorossi, 500 romanisti fermati per accertamenti e le immagini di un gruppo di esagitati che cerca di forzare un cancello scaraventando petardi addosso alla polizia. Immagini che da ieri sono anche sulle scrivanie del Ministero dell’Interno. Perché se gli scontri di Atalanta-Roma fanno tramontare definitivamente l’ipotesi della rimozione delle barriere in curva, caldeggiata anche dal presidente del Coni Malagò, rischiano di portare anche altre conseguenze. Persino più pesanti.
Tra mercoledì e giovedì infatti l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive si riunirà per decidere eventuali sanzioni. L’ipotesi allo studio è il divieto delle trasferte per i tifosi romanisti. Forse addirittura fino alla fine della stagione. In fondo chiudere la Curva Sud, che non è più frequentata dagli ultrà, come quelli che erano a Bergamo, non avrebbe senso. Ne ha invece privarli dell’unico modo rimastogli per seguire la propria squadra: viaggiare per gli stadi d’Italia. Una decisione che, se fosse presa, sarebbe ancora più pesante visto il calendario. Al netto del derby, gara che fa scuola a sé, la prossima trasferta è Juventus-Roma, sulla carta una sfida scudetto. Soprattutto, la più sentita dal pubblico romanista. Che dovrebbe invece rinunciare a vederla dal vivo.
Anche a Trigoria sono consapevoli che una sanzione di questo tipo, oggi, è più che una possibilità: l’identificazione di così tanti tifosi a fine partita è un forte indizio in questo senso. «Molto grave», agli occhi del Ministero, il tentativo degli ultrà di forzare dall’interno i cancelli dello stadio Atleti Azzurri d’Italia resistendo alle forze dell’ordine e bersagliandole con bombe carta e petardi. Immagini diventate di dominio pubblico ieri, diffuse da alcuni profili Facebook. E così da ieri in ambienti istituzionali l’idea di dare un segnale forte circola con insistenza: sotto accusa anche l’atteggiamento dei tifosi atalantini, che avrebbero provocato i romanisti e riempito l’aria dell’impianto di fumogeni.
I nuovi incidenti, ovviamente, rischiano di pesare anche sul prossimo derby, in calendario per il 4 dicembre. La questura aveva già chiesto all’Osservatorio di inoltrare richiesta di anticipo alle 12.30, in modo da far disputare l’intero evento (compresa l’uscita dei tifosi) con la luce del giorno e soprattutto favorire l’ingresso in un orario in cui le famiglie del quartiere sono a pranzo e non rischiano (come invece è capitato spesso ultimamente) di restare coinvolti per strada. La Lega però ha risposto con un “no”: questione di diritti televisivi e slot impossibili da spostare. Dopo gli ultimi fatti però potrebbe essere il Prefetto a prendere in mano la situazione e a imporre un anticipo per motivi di ordine pubblico. Con buona pace di Lega e televisioni.