Sono passati solo pochi mesi dal suo arrivo nella Capitale, ma il brasiliano Alisson Becker è perfettamente integrato con la città, i compagni e questa intervista ha deciso di concederla in italiano senza l’aiuto dell’interprete. Classe ’92, cresciuto nelle giovanili dell’Internacional di Porto Alegre, una squadra che ogni tifoso della Roma porta nel cuore, la squadra dove militò anche Paulo Roberto Falcao. “Non ho avuto modo di parlare con Falcao telefonicamente e quando è venuto a Trigoria di recente ero in Brasile con la Nazionale. Non c’è mai stata occasione, ma ovviamente mi piacerebbe. Leggere le sue parole di stima nei miei confronti mi ha riempito di orgoglio”.
Come va a Roma? Si è ambientato? “Mi trovo molto bene e lo stesso vale per mia moglie che si è trasferita per stare al mio fianco. Abbiamo trovato una città fantastica, con bellissime persone, sempre allegre. Ci sono diverse similitudini con il Brasile! Sono davvero contento di aver scelto la Roma. E poi si mangia molto bene…”.
I metodi di allenamento in Italia sono differenti da quelli brasiliani? “Sono un po’ diversi, ma un portiere a prescindere dalla squadra in cui si allena deve sempre lavorare molto sull’intensità e sulla testa. La differenza più evidente è che qui si lavora molto più sulla tecnica, mentre in Brasile ci si concentra sull’esplosività e sulla velocità di reazione”.
Come ti trovi con Marco Savorani, il nuovo preparatore? “Mi trovo bene, mi sta piacendo lavorare con lui. All’inizio mi sono dovuto abituare ai metodi di lavoro diversi, ma mi sono subito ambientato: mi trovo bene con Marco e poi è una bravissima persona. Sta facendo un ottimo lavoro, sia con me sia con Szczesny”.
Giovedì arriva il Viktoria Plzen all’Olimpico, con la squadra ceca all’andata avete pareggiato in trasferta. Che gara sarà secondo lei? “Sarà una gara difficile. I nostri avversari ce la metteranno tutta per vincere, ma noi siamo concentrati e pensiamo a vincere tutte le partite. Oltre allo Scudetto vogliamo conquistare anche l’Europa League, che è un torneo molto importante, a maggior ragione per me che lo sto disputando”.
Quanto è importante arrivare primi nel girone? “Importantissimo, soprattutto proseguire nel miglior modo il cammino nel torneo e per coronare il gran lavoro che stiamo facendo finora. E poi finire in testa al girone sarebbe anche un gran segnale che ci farebbe guadagnare il rispetto dei nostri avversari”.
Le squadre italiane hanno storicamente snobbato l’Europa League: voi che valore date a questa competizione? “Altissimo. Secondo me solo i perdenti sottovalutano certe competizioni. I vincenti non lo fanno mai. La Roma non ha mai conquistato l’Europa League e c’è solo una cosa che fa restare un calciatore nella storia di una squadra: vincere”.
In alcune situazioni avete avuto delle battute di arresto contro quelle che potremmo definire squadre piccole, sa indicarci un motivo di questa tendenza? “Ogni partita ha una storia a sé. Nel calcio di oggi tutte le squadre sono equilibrate. Sulla carta siamo una squadra fortissima, ma dobbiamo dimostrare il nostro valore sul campo. Se non hai la testa giusta gli avversari ti ammazzano: il calcio è sempre stato così”.
Sa indicarci un suo pregio e un suo difetto? “Non mi trovo a mio agio a parlare di me. Forse sono troppo perfezionista e questo dettaglio è valido sia come pregio sia come difetto. Una cosa è certa: penso troppo al calcio e magari dovrei pensare di più alla famiglia”.
È il titolare della nazionale brasiliana, squadra con cui sta giocando le qualificazioni ai prossimi mondiali di Russia: ci racconta qualcosa della Selecao? “Dopo l’arrivo del nuovo allenatore (Tite, ndr) abbiamo vinto le prime due partite e abbiamo conquistato la fiducia necessaria. Con la vittoria dell’oro alle Olimpiadi, poi, ci siamo riavvicinati ai tifosi, dopo la cocente delusione dei Mondiali giocati in casa. Per noi è stato davvero importante. Come singoli abbiamo forse i giocatori più forti del mondo, ma ora siamo finalmente tornati a essere una squadra: non c’è mai abbastanza tempo per lavorare e noi come gruppo stiamo facendo davvero bene in campo sia tatticamente sia tecnicamente”.
A parte i suoi connazionali con i quali ha un rapporto molto stretto anche per ragioni di lingua, con chi ha legato di più nello spogliatoio? “Il nostro è davvero un bel gruppo, ho un bel rapporto con tutti i miei compagni. Con i brasiliani, ovviamente, ci intendiamo di più. Ma non c’è uno che potrei indicare in particolare”.
Da una foto su Instagram abbiamo visto che in casa ha un orto. È il suo hobby? “Quella è una novità! Sono erbe aromatiche e spezie per cucinare, anche se a me piace più mangiare che mettermi ai fornelli. Se c’è un barbecue da fare, però, divento io il cuoco di casa. Il mio hobby preferito è la chitarra. Suono la musica brasiliana, in particolare il sertanejo, ma sono un grande appassionato anche di artisti più vicini al pop o al rock: tra loro c’è John Mayer, provo spesso a suonare i suoi pezzi ma purtroppo non sono bravo come lui!”.