Il primo alert è arrivato poco prima del 20° della ripresa, con l’altoparlante dell’Olimpico ad avvertire il pubblico della possibile sospensione della gara. Il secondo al 23’, esattamente quando l’arbitro Gianluca Rocchi ha preso il pallone, interrompendo la gara per un minuto e minacciando di concluderla.
Il motivo? «Cori di discriminazione territoriale», quell’inaccettabile «Oh Vesuvio lavali con il fuoco» che la curva Sud ha cantato più volte. Rocchi non ci ha pensato un attimo, era pronto a mandare tutti negli spogliatoi. A quel punto ha parlato con Dzeko, il capitano della Roma, che si è rivolto ai tifosi che avevano ripetuto il coro dopo il primo avvertimento (subendo i fischi del resto dello stadio) chiedendogli di incitare la squadra e di non insultare. E così è stato fino al fischio finale, quando poi il solito spaurito gruppo si è immolato nuovamente nel coro, quasi a sfidare il divieto subito durante la gara.
Nel post-partita i dirigenti della Roma hanno parlato con Rocchi, esemplare nella gestione della partita e dell’episodio incriminato. Sottolineandogli, tra l’altro, l’errore di chi era all’altoparlante, che ha parlato di cori di discriminazione razziale e non territoriale. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport