Rischio processo per Giulio Centemero, tesoriere della Lega e Francesco Bonifazi, ex tesoriere del Pd ora passato a Italia Viva. La procura di Roma ha chiuso il filone di indagine, atto che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.
Nei confronti di Centemero è contestato il reato di finanziamento illecito così come per Bonifazi. Per quest’ultimo c’è anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Al centro dell’indagine i finanziamenti dell’imprenditore Luca Parnasi. In particolare i 150 mila euro destinati alla fondazione Eyu, vicina al Pd, e i 250 mila euro all’associazione Più Voci presieduta all’epoca dei fatti da Centemero. Nei confronti di Parnasi, già sotto processo nel filone principale dell’inchiesta, l’accusa è di concorso in finanziamento illecito.
Intanto anche il Mibact ha presentato richiesta di costituzione di parte civile nel processo sulla costruzione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle per i danni «sia di immagine sia economici» causati da diversi imputati nel processo relativo al filone che vede alla sbarra undici persone, tra i quali i consiglieri regionali Michele Civita (all’epoca dei fatti assessore regionale all’Urbanistica) e Adriano Palozzi e l’allora Soprintendente speciale di Roma ai Beni culturali, Francesco Prosperetti, oltre a Claudio Santini, ex capo di Gabinetto del Mibact, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito.
Sulla nuova istanza il tribunale scioglierà la riserva il 2 dicembre prossimo nell’udienza durante la quale verrà unificato anche il procedimento che vede imputati Luca Alfredo Lanzalone, ex presidente di Acea, accusato di corruzione e traffico di influenze illecite, e il commercialista Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, l’ente previdenziale dei dipendenti capitolini.
Nella stessa data il Tribunale dovrà decidere anche sull’istanza presentata dai difensori di Parnasi sull’inutilizzabilità di tutti gli atti di indagine compiuta dalla Procura di Roma tra il dicembre 2017 e il giugno 2018, non avendo avuto notizia della proroga dell’inchiesta che sarebbe cominciata nel giugno 2017.
FONTE: Leggo – F. Schicchitano