È stato quindici giorni fa, sembra un’era geologica diversa. All’approccio alla terza gara di Europa League contro il Borussia lo scorso 24 ottobre arrivò una Roma che non sembrava più in grado di vincere una partita, involuta in una crisetta che a vedere bene le partite era solo per la rosa decimata, perché le prestazioni c’erano eccome, ma non arrivavano i risultati. 1-1 a Graz contro gli scarsi austriaci del Wolfsberger, 1-1 col Cagliari in casa, scialbo 0-0 a Genova contro la Sampdoria appena passata a Ranieri. Il calendario offriva la doppia chance di due serate di gala all’Olimpico, prima il Borussia di Rose e poi il Milan di Pioli.
I primi avvoltoi cominciavano a volteggiare nel cielo, pronti a piombare sull’eventuale nuova carcassa dell’ennesimo progetto tecnico abortito. Perso anche Cristante (e con Santon influenzato) proprio quel giorno Fonseca calò il jolly a sorpresa, schierando Mancini al fianco di Veretout e ripresentando Fazio al fianco di Smalling. Nacque così la prima Roma vincente di Fonseca, nonostante l’ennesimo pareggio partorito stavolta solo dalla fantasiosa visione di Collum, l’arbitro scozzese che tramutò una respinta di fronte di Smalling in una mano capace di ritirare su il Borussia dal gorgo dell’ormai quasi certa eliminazione.
Sì perché il cammino dei tedeschi, capolisti con pieno merito in Bundesliga, in coppa è stato disastroso: clamoroso rovescio interno all’esordio contro i modesti austriaci (0-4 senza discussioni) e poi due pareggi rimediati nel recupero prima a Istanbul con il Basaksehir poi all’Olimpico grazie a Collum. Ma in campionato volano e sfruttando il momento fortemente negativo del Bayern e le incertezze del Borussia Dortmund (con cui hanno comunque perso due volte in quindici giorni, prima in campionato e poi in Coppa di Germania) si sono issati in testa alla classifica al momento con tre punti di vantaggio proprio sui gialloneri. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco