In giorni come questi, l’Europa League pare quasi una camera di decompressione. Perché il livello di tensione a Trigoria è altissimo da domenica, quando l’Atalanta s’è presa la partita e i 3 punti in pieno recupero. Non era la prima volta, in questi tre mesi di stagione, che la Roma cedeva nel finale. Le è successo già 4 volte: con il Cagliari, con la Fiorentina, persino con l’Austria Vienna. Ritrovarsi nella stessa situazione a Bergamo, dove la follia suicida dell’ultimo istante ha toccato forse l’apice e portato a 8 punti il conto del tesoretto gettato via negli ultimi 10’ (nelle ultime 6 gare della stagione scorsa 8 erano invece i punti recuperati negli ultimi minuti), ha minato pure l’umore di Spalletti. Che ieri provava a ostentare serenità sostenendo che «a Trigoria non c’è nessun caos», salvo tradire una certa tensione con intemerate contro i cronisti. E avvisi ai naviganti: «Togliamoci il vizietto di cadere in certi errori». Può farlo da stasera all’Olimpico. Per regalarsi i sedicesimi di Europa League gli basterà un punto contro il Viktoria Plzen ultimo nel girone: una vittoria addirittura può dare già l’aritmetica del primo posto, che consentirebbe a Spalletti di evitare le migliori tra le retrocesse dalla Champions.
Stesso obiettivo della Fiorentina, che i 3 punti può prenderseli in casa contro il Paok: anche a Sousa è sufficiente non perdere per passare il turno, se poi il Qarabag non battesse il Liberec un successo viola vorrebbe dire primo posto matematico. Più spinosa a Firenze è la questione Bernardeschi, che giura amore eterno alla Viola, ma che il tecnico vede altrove: «Il suo talento lo porterà in squadre con ambizioni diverse». Decisamente più complicate le cose per Inter e Sassuolo: i nerazzurri sono quasi fuori, devono solo vincere le ultime due gare per sperare nella qualificazione. Ma già stasera, in caso di vittoria del Southampton a Praga, l’eliminazione sarebbe certa, anche in caso di vittoria sugli israeliani del Be’er Sheva. Pioli: «Non penso all’eventuale ”biscotto” di Praga. Nel derby abbiamo dimostrato carattere, ci crediamo». L’aritmetica è più conciliante con Di Francesco, a un solo punto da Genk e Athletic Bilbao: ma al San Mamés contro i baschi il Sassuolo – reduce da 4 sconfitte di fila in campionato e senza successi da 7 partite ufficiali – non può perdere, pena (se il Genk battesse il Rapid) salutare la coppa.