Doveva essere la notte di Dzeko e Zaniolo da un lato e di Lukaku e Martinez dall’altro. Venerdì la vetrina l’ha rubata invece Mirante, 36 anni, reduce da una flebite al ginocchio. Recuperato in extremis, il portiere ha interrotto la serie di 19 gare consecutive nelle quali l’Inter era andata sempre a segno. Due le parate decisive: la prima in avvio su Lukaku, l’altra nella ripresa a mano aperta su Vecino. L’uomo giusto al posto giusto che la scorsa estate poteva salutare Trigoria.
La Roma, infatti, aveva deciso di promuovere Fuzato come secondo dietro Pau Lopez (che ieri s’è complimentato sui social con l’ex Bologna, scrivendo ‘Top’ sotto una foto del portiere), a tal punto che Petrachi aveva fatto cadere l’offerta del Gil Vicente per il brasiliano. Poi qualcosa è cambiato dopo il rinnovo di Dzeko – sia nelle dinamiche di mercato che di spogliatoio – ed eccolo lì nuovamente a difendere i pali giallorossi. «Affidabilità» è la parola d’ordine per Mirante. Anche nella passata stagione, s’era adeguato a fare il secondo a Olsen.
Ma con Robin mai diventato Batman, Ranieri lo aveva ripescato nel finale di campionato, ricevendo in cambio le solite garanzie. Che sono confermate dai numeri: quella a San Siro è stata la presenza numero 15 con la Roma: 10 gol subiti ma ben 7 partite concluse con la porta inviolata e soltanto in due casi ha subito più di una rete (in Europa col Plzen e contro la Fiorentina). Secondo sì, ma solo per caso.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina