«Spero che la Roma abbia l’intelligenza di capire che se vogliono fare l’operazione dello stadio noi siamo ben felici di fargliela fare, i grattacieli no! Altrimenti dovranno decidere loro, non siamo noi a farlo», firmato Paolo Berdini. Che, come al solito, sul progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle parla in ormai sempre più aperto contrasto con i suoi uffici. La rappresentante del Comune, l’architetto Vittoria Crisostomi, infatti, «ha confermato che l’unico progetto in esame è quello che si sta valutando in Conferenza dei Servizi e che i tempi di adozione della variante sono gli stessi già descritti nella memoria di Giunta capitolina». È la nota diramata dalla Regione Lazio al termine della terza seduta della Conferenza. Tradotto dal burocratese: per il Comune «ufficiale» c’è un solo progetto per lo Stadio, quello con i grattaceli, il ponte e la metro. Il resto, quindi, nonostante i tanto reiterati quanto ignorati inviti al silenzio da parte del Campidoglio, sono dichiarazioni di Berdini alle quali non seguono atti formali. Un Berdini, per altro, in piena ondata declaratoria: «Non possiamo pagare la metropolitana in metri cubi, lo Stato si faccia carico della sua Capitale o a fine anno definanzieremo la Rebibbia-Casal Monastero. Sulla metro C a Corviale è stata una provocazione. La chiusura dell’anello ferroviario serve solo a Ferrovie dello Stato non ai cittadini». Insomma, la negazione totale delle politiche trasportistiche degli ultimi 20 anni.
Tornando allo dossier Stadio, oltre l’affermazione che esiste un solo progetto in discussione, in Conferenza sono anche “stati confermati” i tempi per l’approvazione della “variante urbanistica, della valutazione ambientale strategica (Vas) e della valutazione di impatto ambientale. La seduta di ieri era dedicata essenzialmente alle questioni inerenti il paesaggio e i vari vincoli. E piatto forte è stata la relazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che aveva evidenziato una serie di criticità nelle procedure adottate in Regione e Comune proprio su Vas e Via e alcuni forti perplessità in merito all’altezza delle torri e a possibili preesistenze archeologiche. Durante la discussione, dal rappresentante dello Stato che ha parlato per il Ministero dei Beni Culturali sono state avanzate solo due richieste: un’analisi prospettica paesaggistica sull’impatto delle torri (presentata il 16 novembre) e la necessità di eseguire indagini archeologiche.Al contrario, sempre il rappresentante dello Stato ha annunciato che i rilievi avanzati dal Ministero dei Trasporti nella seduta del 10 novembre sono in via di soluzione. Passaggio importante poi dell’Autorità di Bacino del Tevere sul rischio idraulico: oltre una riperimetrazione più puntuale delle aree, si è ragionato sulla necessità che le opere di messa in sicurezza possano essere antecedenti e non contestuali all’apertura di tutti i cantieri e, per questo, l’Autorità ha chiesto un incontro tecnico con la Roma. E da ora partiranno tutta una serie di tavoli tecnici bilaterali, mentre oggi la delegazione romanista sarà ricevuta in Campidoglio. La Conferenza, quindi, si riunirà nuovamente al termine di questa fase.