Nel segno di Dzeko (autore di una tripletta) e della splendida rabona di Perotti, la Roma supera il Viktoria Plzen per 4-1, ottenendo la qualificazione ai sedicesimi di finale e garantendosi il primo posto nel girone che le eviterà una delle reduci dalla Champions. Vittoria che regala un minimo di serenità dopo il ko di Bergamo, ma che conferma la permeabilità della squadra giallorossa. Con la gara di ieri sono diventate 34 le volte sulle ultime 36 gare tra Champions e Europa League che i giallorossi non riescono a tenere la porta inviolata.
BOTTA E RIPOSTA – Primo tempo caratterizzato dal botta e risposta in meno di dieci minuti tra il bellissimo gol di Dzeko all’undicesimo (doppia finta con tiro a giro di sinistro sul palo opposto) e la risposta di Zeman (nessuna parentela con il tecnico boemo), abile a sfruttare un cross di Kovarik sul quale Fazio non accenna nemmeno a saltare. Spalletti deve rinunciare in extremis a Manolas (affaticamento muscolare) e schiera una formazione molto vicina a quella tipo, risparmiando in avvio soltanto De Rossi e Perotti. L’intento del tecnico è chiaro: chiudere i conti-qualificazione quanto prima per trasformare l’ultima gara in Romania (a cavallo tra il derby e il Milan) in una semplice gita di piacere. E la Roma sembra recepire il messaggio dell’allenatore: oltre alla rete del vantaggio di Dzeko, i giallorossi hanno almeno altre due occasioni per raddoppiare. Alla prima disattenzione, però, la Roma viene punita. Singolare che la squadra di Spalletti subisca il pareggio di Zeman su azione di contropiede con la difesa in inferiorità numerica (tre contro quattro). Ma sono i ritmi dei giallorossi che nel primo tempo convincono poco. Perché la differenza tecnica è tale che quasi per inerzia dopo l’1-1 la Roma spreca almeno altre 2 palle-gol nitide (clamoroso il palo colpito da Salah a tu per tu con Kozacik al 45′). La squadra di Spalletti però sembra un diesel che si accende solo quando Salah o Peres riescono ad essere serviti verticalmente. Altrimenti la manovra diventa abbastanza prevedibile: Paredes si limita al compitino e al passaggio orizzontale mentre la fascia sinistra, sull’asse Emerson-Iturbe, è come se non esistesse.
RIPRESA SPRINT – Al ritorno in campo, si riparte come si era concluso il primo tempo. Traversa colpita in avvio da Paredes su punizione e Salah che continua a sprecare davanti alla porta avversaria. Tocca però ancora a Dzeko riportare avanti i giallorossi: cross di Ruediger dalla trequarti, Hejda si addormenta e il bosniaco di testa non lascia scampo al portiere. Entra Perotti per Iturbe e con più spazi ti aspetti che la Roma chiuda la gara quanto prima. E invece, il Viktoria Plzen rimane in partita, favorito anche dagli errori sotto porta di Salah. Diventa decisivo Alisson che si supera respingendo da distanza ravvicinata un tiro di Bakos a botta sicura e quando all’Olimpico s’inizia a respirare un’atmosfera strana, arriva il capolavoro di Perotti che chiude la partita. L’argentino riceve in area e sembra pronto al cross. Invece da posizione defilata, s’inventa una rabona che grazie a una leggerissima deviazione di un difensore ceco finisce alle spalle di Kozacik. La fiera del gol non è finita: prima del 90’ ancora sull’asse Perotti-Dzeko, la Roma cala il poker: «Mi sento bene, ho giocato a tutto campo ma questo è il mio modo di giocare – le parole del bosniaco a fine gara – Siamo felici per la vittoria e per la qualificazione. Bergamo? Bisogna dimenticarla e pensare ora al Pescara».