Passano gli anni, non l’amore. Un sentimento così intenso non potrebbe. Quello fra la Roma e il suo popolo è infinito e si manifesta per l’ennesima volta nell’allenamento aperto della squadra al Tre Fontane, regalo di Capodanno del club al proprio pubblico.
Quando il gruppo agli ordini di Fonseca deve ancora scendere in campo, poco prima delle 15, le due tribunette dell’impianto dell’Eur sono già gremite: duemilaseicento presenti, tante famiglie, tantissimi bambini, eccitati al solo pensiero di vedere da vicino i loro idoli. Nessun indugio sulle tavole imbandite e piene del periodo natalizio, poco tempo per smaltire i bagordi di cenoni e veglioni della sera precedente: l’appuntamento è fissato per il primissimo pomeriggio.
Nessuno vuole perdere l’occasione di trascorrere un giorno di festa, il primo dell’anno, assieme alla Roma. Nel segno di «chi ben comincia…», che da sempre è buon augurio ma in questo caso è anche realtà. La squadra inizia da dove aveva lasciato: dal lavoro sul campo e dall’abbraccio ricevuto dai suoi tifosi sugli spalti e poi anche ricambiato. La comunione d’intenti va in scena a partire dalle 15.15.
Un leggero ritardo che non dà noia a nessuno, anzi permette a chi è appena arrivato di non perdersi nulla, a partire dall’inno che accoglie i giocatori all’ingresso in campo. Proprio come all’Olimpico.
Viene improvvisata una mini-sciarpata. Cantano tutti, compresi i più piccoli che hanno un sorriso anche più smagliante di quello sfoderato dopo la visita di Babbo Natale: il vero dono è sul quel prato verde, si percepisce da come si sgolano per chiamare uno per uno i loro beniamini, nella speranza di un saluto che appena ricambiato li riempie di gioia.
Alessandro, Nicolò, Edin i più invocati dai giovanissimi. Tutto intorno s’innalzano stendardi e bandiere. Compreso il rettangolo verde, dove alle spalle della squadra sventolano i cinque stemmi storici del club: dall’acronimo ASR al logo attuale, passando per il lupetto e le versioni più vintage. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore