Viaggio tra il virtuale e il reale. Le strategie della Roma – al momento – sono basate sulle suggestioni più che sulle ipotesi. Perché il direttore Petrachi non può aggiungere qualità alla rosa finché non sottrae sostanza. In altre parole, deve vendere prima di comprare. E proprio nei ruoli dove vorrebbe intervenire, il centravanti e il terzino destro, trova sentieri operativi ingolfati da abbondanza non desiderata. Problema temporaneo perché Zappacosta e Kalinic andranno via dalla Roma a giugno per fine prestito; problema fastidioso perché nell’immediato blocca i rinforzi che servirebbero per rafforzare le ambizioni da Champions League.
Roma, c’è da piazzare Kalinic In ogni caso la Roma «resta vigile», come direbbe Morgan De Sanctis. Per quanto riguarda l’attacco, che ha denunciato la propria Dzeko-dipendenza, la società sta spingendo con l’Atletico Madrid per trovare un’exit strategy a Kalinic. Ma l’interlocutore non sembra interessato ad anticipare la separazione, tanto più che il suo rapporto con i leader dello spogliatoio (Dzeko è incluso) è solido.
Domenica contro il Torino è entrato negli ultimi venti minuti confermando le difficoltà di inserimento nel quadro di Fonseca. E questo non aiuta eventuali pretendenti. Kalinic ne ha rifiutati già tre, tra cui il Newcastle. Se la Roma riuscirà a cederlo, potrà tentare un colpo intrigante: il milanista Piatek, che a sua volta cercherà di lasciare il Milan in prestito per rilanciarsi senza l’ombra di Ibrahimovic. Per gli obiettivi romanisti sarebbe un’ottima alternativa ma anche un potenziale partner per Dzeko.
Al Milan in cambio potrebbe finire Perotti, che è gestito dallo stesso intermediario che lavora su Piatek. Operazione molto difficile, soprattutto a gennaio, ma che merita di essere considerata. Anche perché il panorama generale del settore attaccanti non offre grandi speranze alle squadre che hanno un budget limitato: persino Mariano Diaz, un esubero del Real Madrid, è stato richiamato alle armi per la prima volta da Zidane per gli infortuni contemporanei di Bale e Benzema. E gli altri, da Pinamonti a Petagna, non convincono la Roma perché non spostano gli equilibri della rosa verso l’alto.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida