Sarà tutta una questione di equilibrio. Tattico, in campo. Ma soprattutto finanziario fuori. Paulo Fonseca è un uomo scaltro e competente. Ha capito bene cosa servirebbe alla Roma per decollare senza scossoni verso la Champions League e l’ha anche sussurrato, dietro al tono di una battuta: «Fosse per me vorrei migliorare la squadra in tutti i reparti».
Non era un’offesa alla rosa attuale, che lo soddisfa in buona parte, ma una riflessione ambiziosa verso il futuro. Per essere davvero competitivi in Italia e in Europa, giocando ogni tre giorni, occorrerebbero innesti nient’affatto simbolici. E siccome la Roma ha scoperto di avere difficoltà a segnare, se Dzeko non è in vena, il principale investimento andrebbe direzionato verso l’attacco, che per la Juve rischia di perdere anche Zaniolo e Mkhitaryan infortunati. (…)
Compagnia Ma immaginando l’ipotesi più ottimistica, che da qui alla fine del mese si potrebbe materializzare, come vorrebbe puntellare la squadra Fonseca? Serve un’alternativa a Dzeko, sicuro. Un attaccante forte e pronto, non una scommessa alla Pinamonti. Uno come Mertens per intendersi, o come Piatek, che citiamo non in quanto oggetto di trattative nell’immediato, ma in quanto giocatori che si potrebbero agganciare, non avendo ancora impostato sul navigatore la rotta sul futuro.
La Roma, che conosce le dinamiche del mercato, ha fatto qualche chiamata, per informarsi: Mertens, che va per i 33 anni, lascia il Napoli per un contratto di 3 anni da almeno 4,5 milioni a stagione. E’ complicato impegnarsi per una società impaurita dalla classifica volatile e congelata dall’imminente cambio di proprietà: se Friedkin avesse acquistato il club in tempi più rapidi, forse, Fienga avrebbe forse autorizzato un mercato più aggressivo.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida