Il 2020 della Roma è da incubo. Dopo l’ennesima prestazione deludente contro il Bologna, ieri la squadra si è ritrovata a Trigoria e il copione è stato semplice. Niente ritiro, ma il ceo Guido Fienga, accompagnato dal d.s. Petrachi, ha voluto parlare alla squadra, e lo ha fatto usando toni decisi.
«Se abbiamo perso tutte queste partite – è stato il senso del suo discorso – non è per colpa degli arbitri, della sfortuna o degli infortuni. Niente alibi. Dobbiamo tutti dare di più e i mezzi ci sono. Voi siete un gruppo che possiede intelligenza e capacità morali superiori a quello dello scorso anno. Occorre mettersi tutti in discussione, dall’allenatore all’ultimo della rosa. Se è il caso, anche cambiando tattiche e sistemi di gioco, qualora pensaste che gli avversari ci abbiano prese le misure. Ricordate che basterebbe battere sabato l’Atalanta per tornare in piena corsa per la Champions, perché in fondo il campionato ci sta aspettando. Una cosa però ricordiamola: siamo tutti sotto esame».
Una volta usciti i dirigenti, sono rimasti a parlare Fonseca e i giocatori, fra i quali hanno preso la parola Dzeko e Kolarov, prima dell’allenamento. Sotto osservazione è finito anche Petrachi stesso. I modi rudi del d.s. a Trigoria non piacciono a nessuno, senza contare che l’allenatore dal mercato di gennaio si aspettava giocatori pronti per sostituire Zaniolo e Diawara. Così, il d.s. sta perdendo quota, tanto che si accarezzano sogni come Paratici o Berta (Atletico Madrid), od obiettivi più agevoli come Faggiano (Parma).
FONTE: La Gazzetta dello Sport