La Roma non è contenta se non si complica la vita. Conquista la settima vittoria su sette partite all’Olimpico, torna a meno quattro dalla Juve, caduta nel pomeriggio a Genova, ma ha dovuto soffrire più del previsto contro il Pescara penultimo in classifica. Quanta paura negli ultimi minuti, con Spalletti costretto a inserire Vermaelen nel recupero per rinforzare la difesa. Non sono bastati tre gol e due nei primi dieci minuti per mettere al sicuro la vittoria, arrivata nel finale con il Pescara che ha messo alle corde la Roma fino alla fine. Ma questo 3-2 permette ai giallorossi di tornare in corsa per lo scudetto e di prepararsi per il derby, con la Lazio che resta a un punto, senza patemi d’animo.
NON BASTA DZEKO – Spalletti era preoccupato alla vigilia per le condizioni generali della squadra. Ha dovuto rinunciare a Manolas ed El Shaarawy, ha portato in panchina a scopo precauzionale De Rossi e ha perso in extremis anche Paredes per un nuovo infortunio alla caviglia. Così Gerson ha fatto il suo esordio da titolare in campionato, con il compito di aiutare Strootman a sostenere il centrocampo. Anche Oddo ha avuto i suoi problemi da gestire. Fuori mezza difesa, nel riscaldamento aveva rinunciato anche a Caprari. Ma al primo affondo si è arreso anche Bahebeck, al rientro dopo quasi due mesi e così ha dovuto rischiare l’ex romanista. Insomma, non si è messa bene per il Pescara, che dopo dieci minuti si è ritrovato subito sotto di due gol. Doppietta di Dzeko, che è tornato da solo in testa alla classifica dei cannonieri con dodici gol. Su entrambe le reti determinanti gli errori della difesa abruzzese, con i centrali sempre in ritardo. Una mazzata per la squadra di Oddo, sempre ancorata al penultimo posto, con l’unica vittoria ottenuta a tavolino contro il Sassuolo.
Ma il Pescara non ha rinunciato a giocare, ha continuato a pressare alto la Roma e a giocare di prima come vuole il suo allenatore. L’organico è quello che è e gli sforzi degli abruzzesi hanno prodotto nel cuore del primo tempo un paio di tiri parati da Szczesny. Intorno alla mezz’ora Nainggolan ha avuto il pallone del 3-0, ma Bizzarri si è superato. La Roma è stata pericolosa quasi solo sulla sinistra, grazie alle giocate di Perotti. Dall’altra parte Bruno Peres ha sbagliato tanti cross e Salah è stato ancora l’ombra di se stesso. Gerson, elegante nei movimenti, si è limitato a fare il compitino, senza mai rischiare. Gli manca qualcosa a livello di interdizione e così Strootman ha dovuto correre per due, con grande fatica. La Roma è stata costretta a sviluppare la manovra offensiva soprattutto sui corridoi esterni. Il 65 per cento di posesso palla (calato alla fine della partita) ha testimoniato la superiore qualità della squadra giallorossa, espressa solo a sprazzi.
LA SVOLTA – Nella ripresa Oddo ha tentato di non arrendersi, ha inserito Verre, un altro ex romanista come Pepe, Caprari, Crescenzi e Pettinari, al posto di Vitturini, un centrocampista al posto di un difensore. E’ passato così al 4-4-2, con Pepe centravanti e Caprari largo. All’8′ i due hanno confezionato la più nitida occasione da gol per il Pescara, con il tiro di Pepe parato da Szczesny. Il polacco è rimasto in campo con una spalla dolorante, dopo una parata alla fine del primo tempo. Ma si è superato anche sulla conclusione di Verre. Il Pescara è cresciuto è il gol dai e dai è arrivato al 16′ con una bella azione: cross di Zampano, tiro a botta sicura di Memushaj. La Roma ha rivisto i fantasmi del passato e l’incubo delle rimonte. Ma al 26′ il rigore di Perotti ha allontanato la paura. Spalletti, che aveva già inserito De Rossi, ha messo dentro anche Totti, al posto dell’acerbo Gerson, nel tentativo di tenere palla. Ma il Pescara ha ridotto ancora le distanze, con Caprari. E ha sfiorato il pareggio. La Roma ha tirato un sospiro di sollievo al fischio di chiusura di Irrati. E ora sotto con il derby.