“Ripartire il 3 maggio? La vedo molto dura”. Nel mare di ottimismo (a volte esagerato) del calcio italiano per la ripresa del campionato c’è una voce fuori dal coro. E’ quella di Kolarov che saggiamente invita a preoccuparsi di altri problemi: “Il calcio non è una priorità in questo momento. E francamente non so come si possa ricominciare a maggio e finire entro il 30 giugno. Vorrei scendere in campo prima possibile, ma dobbiamo ragionare ed essere realisti. Non è un problema di giocare 17 o 18 partite in due mesi. Fisicamente lo sopporteremo, ma vista la situazione in Italia non so come possa succedere. In Cina, hanno messo le cose sotto controllo per quattro mesi e il loro regime è molto più rigoroso che in qualsiasi altra parte d’Europa. Pessimista quindi”.
Kolarov spiega poi alla tv serba come sta vivendo questi giorni di isolamento: “Cinque giorni fa ogni giocatore ha ricevuto un programma. Ci hanno portato le cyclette e alcune cose da mangiare, in modo da non dover uscire. Non credo torneremo ad allenarci presto. Grazie a Dio nessuno della Roma ha il virus ma, se iniziassimo a vederci probabilmente accadrebbe. Posso correre nel giardino, ma è molto difficile mantenere la forma fisica richiesta per il calcio. Alcuni giocatori vivono in appartamenti e non hanno le condizioni per allenarsi. Ma ripeto: tutto ciò oggi non conta”.
Kolarov, infine, lancia un appello a tutti: “Molte persone non hanno preso sul serio la situazione in Italia. Tutti dovrebbero essere responsabili anche delle altre persone. Se si dice che bisogna restare a casa, si resti a casa. L’autodisciplina e il rimanere a casa possono risolvere questo problema. Se continuiamo così, non lo risolveremo. Prendiamo esempio dalla Cina”.
Gli fa eco Kluivert: “All’inizio scherzavamo su questa cosa, ma il contagio così rapido non è normale. Il calcio ora conta poco. Ritornare in Olanda? Anche se potessi, non lo farei”.
FONTE: Leggo – F. Balzani