Raleigh è una città del North Carolina che deve il proprio nome a Sir Walter Raleigh, un esploratore inglese al servizio della Regina Elisabetta I. Alla quale dedicò a sua volta la scoperta di una parte delle coste dell’America settentrionale, ribattezzandola Virginia. Di lui si occuparono persino i Beatles (citandolo nella loro I’m so tired) ma non noi, senza ovviamente che sembri presunzione. Ma soltanto perché ci occupiamo della storia di un californiano che, fin da giovane, si appassiona notevolmente al mondo dell’elettronica.
Un po’ troppo. Perché in breve tempo diventa l’hacker più ricercato degli USA. Si chiama Kevin Mitnick, e oltre all’hackeraggio deve piacergli anche il cinema. Si autosoprannominerà Condor, come Robert Redford in I tre giorni del Condor. Perché la solitudine in cui agisce (ed era meglio che continuasse, capirete dopo perchè) ricorda molto quella dell’agente CIA Joseph Turner nel capolavoro di Sydney Pollack. E’ molto conosciuto nell’ambiente informatico. Anche perché ha dato problemi praticamente a tutti o quasi. Diventa famoso nel luglio 1994, a seguito di un articolo del New York Times. L’FBI non riesce a prenderlo, perché entra anche nei loro archivi venendo a conoscenza di ogni tentativo di cattura.
In dicembre però, essendo uno dei primi a utilizzare un sistema che permette di rendere non rintracciabile il computer da cui si sta lavorando (l’IP spoofing), manda un messaggio a Tsutomu Shimomura, un giapponese esperto di sicurezza e consulente del Governo degli USA: “Found me: I am on the net”. E’ la prima caccia all’uomo online. Una storia fatta anche di giornalisti buoni e giornalisti cattivi. Perché Mitnick, come tanti fuorilegge, non disdegna il contatto con la stampa. Ma alcuni particolari arrivano a John Markoff, l’autore dell’articolo sul New York Times. Che contatta Shimomura. Saranno ancora loro due a scrivere Takedown, il libro che racconta la storia di Mitnick. E che, cinematograficamente parlando, diventerà Hackers 2.
Raleigh è dove arriva un Van blu della Sprint Telecomunications, da cui scendono uomini dell’FBI con armi e giubbotti antiproiettili. Mitnick viene arrestato, nell’ultima tappa del suo continuo scappare, il 14 febbraio 1995. La differenza tra la prima partita in serie A di De Rossi e la sua 400° sta solo, fortunatamente, nel risultato. Il suo esordio nel massimo campionato avviene il 25 gennaio 2003. Cioè qualche giorno dopo che Kevin Mitnick ha avuto il permesso di riavvicinarsi a un computer, avendo scontato interamente la sua pena. L’avversario di turno è il Como. Che, come il Pescara attuale, non è ancora stato in grado di vincere una partita se non a tavolino (e il Como neanche a tavolino).
Detto che il Como vincerà proprio quella, è giusto provare ad entrare nelle pieghe psicologiche di una partita che sembrava una formalità ancora prima di scendere in campo, e che dopo 10 minuti lo era diventata a tutti gli effetti. Il Pescara ha il pregio di non rinunciare mai a giocare, ma non la qualità tecnica per essere supportata nella sua idea. Però non è da grande squadra soffrire così contro, lo ripetiamo, gli unici a non aver ancora vinto una partita in serie A. E’ vero che nelle prossime tre giornate il calendario propone chi ci sta più vicino in classifica, quelli sopra e quelli sotto. Ma questo non giustifica un calo di concentrazione come quello di domenica.
Il 28 novembre (ricorrenza di oggi) è una data importante nella musica perché nel 1932 nacque Gato Barbieri, sassofonista argentino indissolubilmente legato alle musiche di Ultimo tango a Parigi, che nel 1972 contribuì alla rinascita professionale di Marlon Brando. Ultimo tango a Memphis invece è una canzone che Ligabue ha dedicato a Elvis Presley per il ventennale della sua scomparsa. O presunta tale. Perché, come successo per tanti altri grandi personaggi (in particolare del mondo musicale), ci sono state negli anni diverse leggende che affermavano il contrario.
Uno degli inediti del doppio cd live Su e giù da un palco, che riproduce abbastanza fedelmente i primi grandi concerti di Ligabue a San Siro, luglio 1997. Al quale non possiamo andare a parlare del Pescara e cose di questo tipo. La sua Inter ha perso anche al ritorno contro l’Hapoel Beer Sheva, oltretutto dopo essere andata sul doppio vantaggio, ed è stata eliminata dall’Europa League. Un’impresa che risulta difficile da pensare perfino a noi. Noi che ci eravamo stupiti che all’andata Martin Zeman non ci avesse segnato. E infatti immancabilmente l’ha fatto al ritorno. Il Viktoria Plzen non rappresentava un grande ostacolo. Solo che la regolarità con cui prendiamo gol è irritante.
Il Genoa continua a confermare la teoria, qui già espressa, secondo cui la Juventus sarebbe battibile purchè si decida di fare la partita. Meglio se dopo la settimana in cui c’è la Champions League, almeno questo dicono le statistiche. Perché le tre sconfitte sono arrivate tutte dopo aver giocato in Europa. Il Milan vince ancora e così fanno Atalanta, Torino e Lazio. Tutto questo equilibrio nelle prime posizioni può essere un vantaggio o no?