Oltre alle diatribe in merito alla ripresa degli allenamenti e del campionato italiano, c’è un’altra questione poco discussa, ovvero il rimborso degli abbonamenti ai tifosi. Visto il sempre più crescente numero dei casi di coronavirus in Italia sembra veramente dura ipotizzare di poter ripartire a inizio maggio. Se la situazione dovesse migliorare, la soluzione più praticabile potrebbe risultare quella dei playoff per assegnare scudetto e posti con vista sulle Coppe e playout per le retrocessioni.
Ma a quel punto come verrebbero indennizzati gli abbonati? Ne ha parlato al quotidiano sportivo torinese, l’ex dirigente di diversi club e ora intermediario per il trasferimento di calciatori di prima fascia Stefano Antonelli: «In Italia il sistema dovrà avere ben chiara la necessità di difendere e tutelare i tifosi e quindi anche gli abbonati che rischiano di aver pagato per non vedere. Se non si potesse riprendere o farlo solo parzialmente, bisognerà risarcirli: dal rimborso diretto a sconti sulla prossima campagna».
Tuttavia metà dei club di A nelle condizioni di abbonamento dispone di clausole che non prevedono il rimborso a fronte di partite che si disputino a porte chiuse per cause indipendenti dal club. Questo significa che se si andasse incontro alla ripresa del campionato senza pubblico per evitare il problema dei contagi, gli abbonati potrebbero dire addio alla possibilità di vedersi tornare indietro i soldi.
FONTE: Tuttosport