Se non si fosse fatto vivo in Europa e nel mondo il Coronavirus a quest’ora la Roma avrebbe avuto un nuovo proprietario. O comunque le firme sul contratto che avrebbe portato agli step successivi fino ad arrivare al closing sarebbero già state inchiostrate. Se Pallotta e Friedkin avessero avuto a che ridire un po’ meno durante la lunga attività di verifica del giusto valore, anche. Ma è inutile piangere sul latte versato, anche perché al momento non si è affatto rovesciata tutta la tazza. Anzi, è come se quella bevanda fosse rimasta sul tavolo in attesa di essere bevuta. E il bicchiere appare ancora mezzo pieno.
Sì, perché è vero che al momento quel “latte” si è raffreddato, ma non per la volontà delle due parti in causa. Piuttosto per le particelle infettanti del Coronavirus, che stanno girando per il mondo, bloccandolo. Ma, c’è da augurarselo oltre che aspettarselo, non sarà per sempre. E allora Dan e Jim torneranno a sedersi intorno al tavolo e se ci sarà bisogno riscalderanno quella bevanda. Al momento tra i due c’è l’intesa sullo stand-by, che non significa motori fermi, ma al minimo, semmai.
I legali proseguono i contatti, tenendo vivo il deal e la due diligence, che serve proprio a ridefinire ogni aspetto che venga a modificarsi durante il percorso che porta alla firma. I vertici invece si riaggiorneranno in un timing che non è prudente pronosticare ora. Ma che cambierà di un po’ il valore della As Roma. Anche qui comanda il virus, solo il tempo e la conseguente incidenza della crisi sui conti e sul sistema calcio dirà di quanto.
Per il momento in America “attendono” lo tsunami Covid-19. Pallotta ha scelto il caldo di Miami per affrontare l’onda d’urto, magari anche perché qualche previsione dà per certo che il virus possa patire più degli uomini le le alte temperature. Secondo un rapporto di Goldman Sachs, la banca d’affari vicina a Pallotta, il 50% degli americani contrarrà il Coronavirus, che dovrebbe raggiungere il picco entro i prossimi due mesi.
Tra l’altro il virus sembra essere concentrato in una fascia tra i 30-50 gradi di latitudine nord, il che significa che come il raffreddore e l’influenza comune preferisce il freddo e l’estate in arrivo nell’emisfero settentrionale potrebbe aiutare, rendendolo come tanti altri raffreddori stagionale. Tra gli infetti solo il 5% entrerà nella fase critica della malattia con un tasso di mortalità del 2%, creando tuttavia qualche pressione al sistema sanitario degli Stati Uniti per il sovraccarico dovuto alla nuova malattia. (…)
FONTE: Il Romanista – G. Fasan