I romanisti hanno un grande ricordo di lei, lo sa?
«La cosa più bella è il rispetto che hanno per me come professionista e come persona. In pochi rimangono nella storia come Totti e De Rossi, e io non sono mai stato un fuoriclasse».
Nella storia, però, è quasi entrato: nel 2010 con Claudio Ranieri in panchina… «È stata la delusione più grande della mia carriera, uno scudetto svanito per 45 minuti sbagliati, contro la Sampdoria. L’Inter era un’avversaria enorme, e infatti vinse il triplete» (…)
Cosa pensa di Pau Lopez? «Ha una storia, non è stata una scelta improvvisata. A Roma è complicato per i portieri, le cose cambiano velocemente: ha qualità, deve imparare la tecnica del calcio italiano».
In Brasile si parla benissimo di Fuzato… «È stato convocato con la Seleçao, quindi è bravo. E già pronto per fare il titolare ma deve stare tranquillo e aspettare l’occasione giusta».
Nella Roma ha conosciuto molti allenatori. Con chi si è trovato meglio? «Ranieri è un gentleman, Spalletti aveva le sue idee, Luis Enrique l’ho avuto pochi giorni, con Garcia ho avuto un rapporto sincero. Mi ha detto: “Non ti posso far giocare perché è una scelta della società”. Ho apprezzato anche Montella: mi ha detto che preferiva Doni e io l’ho accettato».
Fonseca le piace? «Ha già vinto, e non è semplice farlo in Europa. Quando si inizia un lavoro in una nuova squadra non è mai semplice, anche Alex Ferguson a Manchester non ha vinto subito. Il prossimo anno andrà meglio». (…)
FONTE: Il Corriere della Sera