Sulla scrivania di Dan Friedkin sono arrivati due plichi anche dall’Italia. Il primo è relativo al Decreto liquidità ufficializzato dal nostro Governo. Il secondo riguarda posizioni, parole e prospettive esaminate da Fifa, Uefa e Federcalcio a proposito del prossimo futuro pallonaro in Italia e nel mondo. Friedkin ha come obiettivo quello di rimodulare i numeri con Pallotta per l’acquisto della società giallorossa.
Due elementi che il potenziale acquirente della Roma, insieme ai suoi più fidati collaboratori, vuole esaminare nel dettaglio per provare a immaginare il futuro. In questo senso, in particolare il decreto può dare alcuni spunti positivi per l’imprenditore texano nato in California. Elemento che, in un momento nero come questo, potrebbe dare una nuova, piccola, spinta per la chiusura di un deal che sembrava fatto prima che il mondo fosse travolto dalla pandemia.
In particolare c’è da sottolineare come le nuove normative abbiano abolito l’obbligatorietà della ricapitalizzazione sociale entro una determinata data, cioè il 31 dicembre di quest’anno. In sostanza per la Roma, impegnata in una ricapitalizzazione da centocinquanta milioni di euro – ricapitalizzazione che per ottantanove milioni è già stata fatta dall’attuale proprietario – non ci sarà nessun obbligo a completare l’operazione entro i termini prima previsti.
Può rappresentare un vantaggio notevole, soprattutto per un imprenditore che vuole comprare e quindi già costretto a un esborso notevole di liquidità. Una scelta, quella messa nero su bianco nel decreto, a fatta in conseguenza della crisi che stiamo vivendo e che inevitabilmente influenzerà i conti di qualsiasi gruppo imprenditoriale (per la Roma si tratterebbe di un vantaggio non indifferente per una società era già in sofferenza, considerando gli 87 milioni di passivo certificati dalla semestrale approvata alla fine di febbraio scorso).
Ma l’aspetto ancora più importante per la Roma è relativo all’articolo 8 del decreto. Articolo in cui si parla esplicitamente di finanziamento soci, cioè di quei soldi che un proprietario può immettere di tasca sua nella società, cosa che in un passato più o meno recente Pallotta ha fatto in diverse occasioni. Questi soldi lo stesso proprietario ha poi il diritto di riprenderli. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri