Cosa pensa della situazione attuale?
“Penso che questa sia una situazione impegnativa per tutti noi, ovunque nel mondo, non abbiamo mai vissuto un’esperienza del genere. Cosa faccio in questi giorni? Vivo la solita routine, cercando di avere giornate il più normale possibili; mi alleno tutti i giorni, sono in contatto con i preparatori atletici della Roma che ci hanno mandato un programma specifico. Diciamo che cerco di vivere il più normale possibile in questa situazione che è sicuramente poco normale; stare a Copenaghen con la mia famiglia poi rende le cose forse un po’ meno complicate, la loro vicinanza mi permette di avere un atteggiamento positivo”.
Sente la lontananza dalle compagne? E cosa pensa della sua esperienza alla Roma? “Mi mancano molto Roma e la Roma. Mi sento spesso con le mie compagne su Whatsapp o sui social media; spero di rivederle presto ma per il momento possiamo comunicare solo così. Venire a Roma è stato un sogno che si realizzava, ho sempre voluto giocare all’estero. Per me giocare per questa squadra è un onore e sono estremamente felice della scelta. Lo stile di gioco italiano mi piace molto e penso faccia per me. La nostra squadra ha veramente tanto potenziale, vogliamo competere per i primi due posti, per andarci a giocare la Champions League. È da lì che ripartiremo quando tutto tornerà alla normalità”.
La nazionale? “La cosa più bella che puoi fare da giocatrice è rappresentare la tua nazionale nel mondo. Ora il nostro obiettivo è sicuramente quello di qualificarci per gli Europei. Spero di continuare a rappresentare la mia nazionale anche in futuro”.
Ha un messaggio da dare alle più giovani? “Per raggiungere gli obiettivi, nel calcio ma anche nel resto della vita, bisogna credere in sé stessi e in quello che si è capaci di fare. Se non si crede in sé stessi nessuno può farlo al posto nostro. Un’altra cosa è lavorare tanto, perché i risultati non arrivano se non si lavora duro”.
Quale è stata la più grande sfida della sua carriera? “È successo quando avevo vent’anni e giocavo per una squadra danese. Dopo un ottimo primo anno iniziai a trovare difficoltà, sentivo che non c’era più fiducia in me, giocavo poco. Quindi presi la decisione di cercare una squadra dove potessi giocare con più continuità. È stato davvero difficile scegliere, avrei rischiato di scendere di categoria e ogni posto dove sarei potuta andare sarebbe stato comunque visto da tutti come un passo indietro. Nel calcio purtroppo se fai un passo indietro nessuno ti garantisce nulla. Alla fine la scelta è stata quella giusta e mi ha anche portato a capire che avrei potuto lavorare di più. Probabilmente è grazie a questo episodio se gioco per la Roma oggi. Nella vita si affrontano grandi sfide, ma se si crede in sé stessi si possono affrontare tutti gli ostacoli che la vita pone davanti”.
Un modello da seguire? “Sinceramente non ne ho mai avuto uno. Quando ero bambina adoravo Pippi Calzelunghe perché credeva di essere la ragazzina più forte del mondo, aveva una mentalità competitiva. Ho guardato questo cartone per tutta la mia infanzia, è stata sicuramente una grande fonte di ispirazione per me perché rappresenta la forza che ognuno di noi ha dentro, ed è un buon esempio per le generazioni più piccole”.
Come procedono gli studi? “Sto terminando il mio master in economia e marketing. Il calcio è sempre stata la mia priorità ma ho voluto continuare a studiare proprio perché penso che sia un buon investimento per il futuro. Se fosse per me giocherei per sempre a calcio, ma so che non potrò farlo per sempre a livello professionale, quindi quando smetterò sarà importante aver studiato”.
Come vede il calcio femminile tra dieci anni? “Penso che il calcio femminile si stia sviluppando nella maniera giusta, ogni volta che c’è una Coppa del Mondo notiamo che il movimento cresce sempre di più. La Roma è un ottimo esempio di come in poco tempo, in due anni, un club possa ricucire a diventare protagonista nel panorama internazionale. In giro per il mondo ci sono ancora tante cose da fare, bisognerebbe soprattutto migliorare il tipo di condizioni riservate alle giocatrici. In futuro sarebbe bello per una calciatrice focalizzarsi solo sul calcio, senza dover pensare al lavoro per mantenersi”.
Domande fatte dagli utenti… “Ho iniziato a giocare a pallone a cinque anni quando vivevo negli Stati Uniti, alcuni membri della mia famiglia hanno sempre giocato a pallone quindi è stata una cosa naturale. Pernille Harder, è sicuramente una delle migliori giocatrici nel panorama mondiale in questo momento. Se dovessi scegliere chi è in questo momento la migliore calciatrice sceglierei sicuramente lei”.
FONTE: Instagram Generation Amazing