(Nati il 7 giugno) – Chi non ha vissuto in quegli anni, non può nemmeno immaginare quanto siano stati popolari, almeno fino alla fine degli anni sessanta, il ciclismo ed il pugilato. Davanti all’unico canale televisivo esistente, non si perdeva mai una Milano-Sanremo o una puntata del mitico processo alla tappa di Sergio Zavoli. Poi, la miopia e la scarsa preparazione dei dirigenti, la voracità degli organizzatori, la caduta di qualsiasi principio sportivo, il desiderio dei facili guadagni hanno lentamente allontanato la gente e oggi nessuno conosce il nome di un campione del mondo di pugilato o del vincitore dell’ ultimo Giro d’Italia. Non c’entra nulla con la rubrica? Avoja! Ad assistere a Roma-Pescara, con la maggica seconda in classifica, ci saranno state al massimo ventimila persone ed è così quasi in tutti gli stadi d’Italia. La prossima settimana per il derby non si arriverà a trentamila.
Dirigenti voraci ed incapaci pensano solo ai diritti televisivi, agli accordi con le società di scommesse, a sistemarsi la giustizia sportiva (minuscolo, proto) a proprio uso e consumo. A loro si sono aggiunti coloro che hanno creato normative e direttive liberticide, quelli che si beano di statistiche insignificanti, visto che hanno solo mirato ad allontanare il pubblico dagli spalti. Distruttori, gli uni e gli altri, di sogni e di passioni. Mi ricordano tanto l’espressione cara a Luigi XIV e spero che il calcio non sia sommerso dal loro diluvio. Pessimismo da vecchio rimbambito? Lo spero. La Roma regola il Pescara; dopo aver chiuso la partita al decimo, si diverte a dare un po’ di suspence, tanto per indebolire le coronarie di noi tifosi. Per una volta, mi accontento dei tre punti (comunque meritati, visto che il primo gol degli abruzzesi era viziato da fuorigioco attivo). P.S. Roma Primavera avanti in Europa. Quell’incapace di Sabatini ci aveva visto lungo, visti i risultati, nel porre la Primavera alle dirette dipendenze del settore tecnico.