Ha corso e fatto gol senza mai guardarsi indietro fino alla settimana che quattro mesi fa, all’arrivo a Roma, gli avevano chiesto di segnare con l’evidenziatore sul calendario di casa. Ed ora che l’obiettivo è ormai a vista, Ciro Immobile ha tutta l’intenzione di fare un bel regalo a quei tifosi della Lazio che già nel luglio scorso non avevano perso tempo nell’invitarlo a gonfiare la rete dei cugini alla prima occasione utile. Al suo esordio nel derby della Capitale, il bomber di Torre Annunziata arriva con l’etichetta di pericolo numero uno, visto con preoccupazione dai supporter giallorossi come il prolifico terminale offensivo mancato alla Lazio nelle ultime stagioni. Il giocatore che, riemerso rapidamente dalle due annate assai poco soddisfacenti vissute a Dortmund e a Siviglia, incarna alla perfezione la figura del centravanti moderno: in continuo movimento e letale a tu per tu con il portiere avversario.
A Immobile, Simone Inzaghi domanderà soprattutto di sfruttare, secondo le sue caratteristiche, gli assist che scaturiranno dalle accelerazioni laterali di Keita e Felipe Anderson, gli altri membri del temuto tridente laziale. A secco nelle ultime tre gare di campionato dopo un avvio di stagione da record, domenica l’attaccante campano avrà la possibilità di raggiungere la soglia dei dieci gol, traguardo anche migliorabile se il nazionale azzurro rispetterà la promessa fatta a Parolo dopo la vittoria di Palermo. Quel sicuro «ne farò due» con cui ha caricato ulteriormente l’ambiente biancoceleste. Al «Barbera» è stato fermato solo dalla traversa, colpita con una girata paradossalmente troppo pulita per andare dentro, ma, nonostante la sfortuna davanti alla porta ha comunque confermato di vivere un periodo molto buono anche sul piano fisico. Si è infatti speso per tutta la gara come primo sbarramento alle repliche siciliane, un lavoro dispendioso che Immobile ha alternato ai movimenti con cui ha facilitato gli inserimenti dei centrocampisti, risultati decisivi nell’economia della gara.