Sono ormai diversi giorni che nelle pagine sportive dei quotidiani o sui siti specializzati quando si tratta il tema del protocollo medico per la ripartenza nel calcio, sempre più spesso viene annessa una formuletta che sembra messa apposta per rappresentare il salvacondotto morale dei presidenti del nostro calcio: «È vero – si legge più o meno così – che per ripartire i club avranno obbligatoriamente bisogno di reperire tamponi, reagenti e tutto ciò che occorre per testare la negatività al Covid-19 di tutti quelli che faranno parte del cosiddetto gruppo-squadra (familiari compresi), ma è anche vero che per ogni esame effettuato a un calciatore, i presidenti si sono detti disponibili a “regalarne” cinque alla collettività». Effettivamente, messa così sembra un affare per tutti.
Ma la questione non è stata mai raccontata nei dettagli. Intanto perché più che i tamponi i presidenti sembrano concentrati sui test sierologici o addirittura molecolari. Senza arrivare alle vette di Lotito – che ieri in un’intervista su La Repubblica ha rappresentato una scenetta che deve essere stata irresistibile, di quando in riunione ha spiegato (lui!) ai rappresentanti della commissione scientifica della Figc la natura del virus, dicendo poi a un medico che avrebbe dovuto, testuali parole, «dedicarsi ad insegnare chitarra e mandolino» – molti manager del nostro calcio si stanno facendo una cultura epidemiologa e ormai sanno che ogni giorno che passa avvicina a nuovi standard d’analisi contro questo terribile virus.
Però quel rapporto di 1 a 5 appare difficile da affermare con chiarezza (e dove si comprerebbero poi questi kit e a chi andrebbero i cinque in più?, e a che prezzo?, e chi li comprerebbe?, la Lega o i singoli club?, e se qualcuno non li trova?). Insomma, di dubbi ce ne sono molti. Sul tema i calciatori sono peraltro parecchio sensibili. Sono giorni che non fanno altro che ripetere magari nelle dirette Instagram in cui sono protagonisti o per voce del loro rappresentante, Damiano Tommasi, che non vogliono in alcun modo apparire come dei privilegiati. Citano, proprio come ha fatto il presidente dell’Assocalciatori, Lewis Hamilton: «Lascio i tamponi – ha detto il campione di Formula Uno – a chi ne ha più bisogno di me». L’argomento, insomma, è scivolosetto.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco