James Pallotta finisce sotto accusa. Il presidente della Roma – con la causa numero 2020-0314, depositata giovedì scorso presso la Court of Chancery dello Stato del Delaware – è accusato insieme ai suoi soci di maggioranza «di aver modificando retroattivamente i termini dei member loan (prestiti, ndc) tra la società e loro stessi» al fine di convertirli in una nuova classe di azioni che «ha una liquidation preference ingiustificatamente alta. L’impatto di questo cambiamento retroattivo – si spiega nel documento – è quello di garantire, a fronte di una cessione della società, un minor guadagno per i piccoli investitori visto che gli stessi avrebbero ricevuto sostanzialmente meno in cambio delle proprie quote di partecipazione».
La causa sostiene inoltre che «la conversione retroattiva dei prestiti dei soci non è semplicemente una violazione dei doveri fiduciari nei confronti dei membri di minoranza, ma è espressamente vietata da numerose sezioni dell’accordo sulla LLC della società». A portare avanti l’accusa sono «i querelanti Daniel Feldman, Jonathan Wyatt Gruber e John Charles Pope, Revocable Trust e Tierney Family Investors, per conto di sé stessi e di tutti gli altri membri con posizioni analoghe in AS Roma SPV, LLC.
Si tratta in pratica di una class action dei piccoli investitori di AS Roma SPV LCC, la società nel Delaware che detiene il controllo di AS Roma Spa tramite la controllata Neep Roma Holding Spa.
Il Messaggero ha chiesto al presidente Pallotta se volesse replicare alle accuse mossegli. La risposta è stata: «Nothing there». Tradotto: «Lì non c’è nulla». A stabilirlo sarà un giudice.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina / G. Lengua