Pallotta non ha venduto…
“Ah ecco. Per me è difficile giudicare la squadra di adesso. Mi piacerebbe però che la Roma prendesse Neymar… Per i miei colori punto sempre al top, non a giocatori qualsiasi”.
La maggioranza dei tifosi è delusa dai nove anni di gestione americana… “Credo sia un po’ colpa nostra”.
In che senso? “La mia generazione ha modificato la mentalità, l’ambiente. Ha abituato i romanisti a pensare in grande. Quando arrivai io, lessi subito il motto: la Roma non si discute, si ama. Bellissimo dal punto di vista dei tifosi, che ti sostengono sempre. Ma dannoso per chi deve amministrare una squadra. Nello spogliatoio un compagno mi disse: che bello che sei qua, ora ti prendi tu tutte le responsabilità. Risposi: ecco perché non avete vinto un cazzo finora. Come si fa ad accontentarsi di non vincere? A 67 anni, quando gioco a tennis, se perdo mi viene voglia di ammazzarmi. Invece alla Roma qualcuno si intimidiva davanti all’Olimpico pieno: la paura di perdere toglie la voglia di vincere”.
La Roma di Falcao ha vinto meno di quanto avrebbe potuto? “È vero. Ma gli scudetti dovevano essere due. Vogliamo parlare del gol di Turone?”.
Non osavo chiedere… “Perché? è stato uno dei più grandi scandali della storia del calcio. Arbitro Bergamo. Ti ricordi chi era il designatore ai tempi di Calciopoli, con la Juventus spedita in B? Sempre lui”.
La Coppa Campioni contro il Liverpool? “È il mio rimpianto. Vorrei rigiocare quella finale stando bene. Comunque anche lì macchia arbitrale: fallo enorme di Rush su Tancredi sull’1-0”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida