“Roma si gode me per il giocatore e per la persona, per quello che ho fatto. Ma nella vita quotidiana io non me la godo Roma. Tanti monumenti, tante strade, tante cose io fino a oggi non le ho ancora viste. Per esempio il Colosseo l’ho visto tre o quattro anni fa. Una cosa surreale. Io a via del Corso sono trent’anni che non ci vado, l’ultima volta avevo 18 o 19 anni. Non posso fare una passeggiata, non posso andare al Cinema, devo entrare quando il film è iniziato. Sono cose surreali. Però mi piace, mi ci sono abituato, mi fa piacere. Certo, poi ci sono momenti in cui vorresti stare per conto tuo, respirare un po’ di più: sono un essere umano anche io. Mi inorgoglisce perché il rapporto con i romani va oltre il calciatore. Per il fatto che sono cresciuto con una squadra sola mi ha aiutato a capire tante cose reali di Roma. È speciale per me perché sono sempre stato tifoso della Roma, è sempre stato il mio sogno giocare nella Roma con il numero dieci e la fascia di capitano. Una volta che sono riuscito a ottenere questo sogno me lo sono tenuto stretto. Questa è la mia specialità. Roma per me è la città più bella del mondo. Mare, montagna, sole, amici, parenti. Per me è una città che non cambierei con nessun altra al mondo”.
Il possibile trasferimento al Real Madrid? “Diciamo che all’80% era indirizzato verso il Real Madrid. Perché poi con la Roma c’erano un po’ di attriti, anche se poi Sensi mi voleva bene realmente. Aveva fatto qualsiasi cosa, le cifre erano alte. Mi avrebbero dato qualsiasi cosa per andare al Real Madrid. Qualsiasi. Tranne la fascia di capitano che era di Raul che era il giocatore che doveva guadagnare più di tutti. Era il simbolo. Qualunque giocatore andasse al Real Madrid, doveva guadagnare meno di Raul. Nel 2004 mi scadeva il contratto con la Roma e ci sono stati alcuni problemi con il presidente per altri motivi, non miei personali. E il Real Madrid mi offriva qualsiasi cifra per andare lì. Ci pensai tantissimo, l’80% era per il trasferimento a Madrid. Ilary mi spingeva verso Madrid, mi diceva che avrebbe lasciato tutto e mi avrebbe seguito. Alla fine è stata una scelta di cuore, verso i tifosi, gli amici e la famiglia. Di fare una cosa diversa da tutto quello che c’è stato, da tutti gli altri giocatori. Viravano verso il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Barcellona. Io ero invece il giocatore diverso, forte ma che restava con un’unica maglia”.
FONTE: Libero