Corri, ragazzo corri. Nicolò Zaniolo ha fatto sua l’esortazione. «Il duro lavoro paga sempre…» ha scritto ieri sul suo profilo Instagram accanto a una foto che lo ritrae mentre sta per calciare il pallone sui campi del “Fulvio Bernardini”. La maglia gialla, il sole che splende, perfino il biondo dei suoi capelli: ogni cosa è illuminata. Quella sostenibilissima leggerezza dell’essere talento ne guida il viaggio verso il ritorno, sin dal giorno successivo al maledetto infortunio del 12 gennaio. Lo hanno raccontato tutti: lui, i genitori, il professor Mariani che lo ha operato. Una notte insonne quella dopo la rottura del crociato, accompagnata da fisiologico sconforto.
Ma 24 ore dopo la mestizia aveva già abbandonato il volto del giocatore per fare posto a speranza e voglia di rivincita. Un desiderio talmente grande di rimettersi in sesto e tornare a farsi ammirare sul campo, che chi sta intorno al talento ha dovuto più volte frenarlo. «Piano Nicolò, non c’è fretta, bisogna avere i tempi giusti per recuperare». Ma ora ci siamo. Il numero 22 è tornato a Trigoria con tutti i suoi compagni dalla prima settimana di maggio, quando il centro sportivo è stato riaperto agli atleti. E per li primi quindici giorni la differenza fra lui e il resto della squadra si è notata poco, essendo tutti costretti al lavoro individuale. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore