Sulla rivalità con la sorella minore, Ada, vincitrice del Pallone d’Oro
“Cerco di prenderla bene. Quando giochiamo con nostro padre, ci scherzo sempre sopra. Se faccio una prestazione migliore della sua, è come sentirsi migliore di un Pallone d’Oro. Lo uso come motivazione, piuttosto che esserne gelosa. Non aiuterebbe nessuno. Fino adesso non ho mai perso contro di lei, almeno questo. Durante le cene di famiglia posso parlarne. Lei è molto umile e lavorerebbe allo stesso modo sia vincendo che non. Se lei vince un premio lavora ancora più duro per rimanere al top. È una cosa che ammiro e per la quale ci aiutiamo a vicenda. Nonostante lei vinca premi, so che ci sono giorni più difficili di altri e la cosa importante è aiutarci a vicenda. Penso molto a me stessa, siamo nate e cresciute in un piccolo paese, con 7000 abitanti, e penso che entrambe abbiamo appreso dei valori. È stato uno stile di vita umile con tante persone che ci hanno aiutato e supportato”.
Sei cresciuta con dei modelli di riferimento? “Non ne ho avuti mentre crescevo, ma ne ho avuti molti nella comunità che mi ha aiutato e supportato quando la vita era davvero difficile. Penso che questo abbia bloccato tutta la famiglia, siamo sempre le stesse persone. Siamo sempre gente di Sunndal, neanche in Norvegia sanno che posto sia, è un posto molto piccolo. Ma penso ci abbia formato, ed è sempre con noi tutti i giorni e sento che sia importante restituire qualcosa quando ne hai l’opportunità”.
Sulla foto con la maglia della Roma “È un po’ speciale. Crescendo ho sempre pensato alla Roma, è un cliché, ma è una sorta di sogno diventato realtà. In TV trasmettevano molto la Serie A, non so perché in realtà. Guardavo Totti e andammo a Roma in visita in vacanza e andammo al Roma Store. Ho avuto qualcosa come 4 o 5 maglie, le adoro”.
Sull’inizio del progetto della squadra femminile della Roma “Mi piace avere responsabilità, è come essere i proprietari di qualcosa e a Roma sento di avere quel ruolo. La Roma è come una famiglia, questo aiuta a velocizzare i miglioramenti. Le persone si prendono cura a vicenda”.
Sullla Serie A Femminile “È davvero, davvero competitiva. Non ci sono partite facili e questo mi ha un po’ sorpreso. Anche le squadre di fondoclassifica lottano molto, difendono bene e ci sono molti talenti. Per questo penso che possa crescere, c’è talento. Quando riusciranno a miscelare i vari stili penso che possa diventare un campionato molto, molto forte. Ma penso che ci sia anche da lavorare per quanto riguarda il professionismo. Alcuni dei campi dove giochiamo sono pessimi. Devono essere curati, per far sì di poter crescere. Le giocatrici, con il talento che hanno e le ore che spendono a lavorare, meritano arene migliori”.
Sul mondiale 2019. “Ha davvero aiutato il campionato italiano. C’è molto entusiasmo, sento che veniamo prese seriamente e questo mi motiva a continuare a lavorare e migliorare”.
Sul calcio femminile in Norvegia “La Norvegia ha fatto molto. Siamo arrivate lontano ma c’è ancora molta strada da fare, non possiamo essere troppo felici di ogni miglioramento perché sarebbe potuto arrivare prima. Ada sta usando la sua voce per spingere la prossima generazione, è una cosa per cui la rispetto”.
Sul post-pandemia “Il calcio non è importante in una visione più ampia, ma è importante per molti. Ho paura, sì, che il calcio femminile possa avere un periodo di sofferenza e non ho risposte su cosa accadrà e su cosa dovrebbe o non dovrebbe essere fatto, ma penso sia importante continuare a lavorare. Finanziariamente, spero che non saremo l’ultima scelta in ogni situazione. Questo è anche uno dei motivi per cui sono soddisfatta del modo in cui la Roma ci sta trattando. Spero solo che le persone in alto possano vedere il calcio femminile e spingere nella giusta direzione”.