Un vero terremoto. Lo ha provocato la serie A approvando una delibera secondo cui, in caso di nuova interruzione del campionato, verrà assegnato lo scudetto e, soprattutto, verranno stabilite le retrocessioni soltanto se ci sarà l’aritmetica. E c’è anche un’aggiunta nel documento: in tal caso, non ci sarebbero nemmeno le promozioni dalla serie cadetta, così da evitare il pericolo di varare un torneo da 22 o da 23 squadre. Ovvio che uno scenario del genere coinvolgerebbe a cascata anche tutte le altre categorie.
La B è già in prima linea nel dare battaglia, con Stirpe che minaccia addirittura una class-action. Ma il primo a essere infuriato per la manovra della serie A è proprio Gravina, prontissimo ad arrivare ad una resa dei conti nel Consiglio Federale di domani. Il numero uno di via Allegri non si sente oggetto di un attacco personale, più che altro ritiene che quella della serie A sia stata una mossa politica, attuata con lo scopo di rivendicare un ruolo più pesante nel processo decisionale.
Il fatto che a innescare il tutto sono stati solo 3 club: Torino, Sampdoria e Udinese, a cui si sono prontamente attaccati Genoa e Lecce. E gli altri? Perché hanno sposato quella linea? Pare che diversi lo abbiano fatto con la “semplice” ragione di tenere unita la Lega. Qualcuno lo ha pure spiegato a Gravina, dopo aver premesso di non essere d’accordo con la delibera. E così il numero uno federale, più che deciso a non lasciar passare più nulla, ora pensa di fare i nomi durante il Consiglio.
La giornata di lunedì comunque ruoterà attorno all’ufficializzazione dei piani alternativi, qualora si andasse incontro ad un nuovo stop: si tratta del principale punto all’ordine del giorno. Sul tavolo ci saranno quelli studiati dalla Figc, ovvero il famoso algoritmo e i soliti play-off a play-out, che a questo punto potrebbero tornare in auge, più, appunto, la proposta di cancellare le retrocessioni (e le promozioni), avanzata dalla serie A. Le possibilità che quest’ultima possa passare sono minime, se non addirittura zero.
I rappresentanti della massima categoria in Consiglio, infatti, sono soltanto 3 su 21. Significa che per raggiungere la maggioranza occorrono 11 voti. E allora chi potrebbe allinearsi? Dalla serie B alla D, passando per la Lega, tutti sono contrari. I calciatori, poi, potrebbero schierarsi dalla parte di chi ha sospeso il pagamento degli stipendi? (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – T. Calzone